Firefox bloccherà tutti gli script che tracciano gli utenti nel Web

Mozilla li odia perché rallentano la navigazione.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 03-09-2018]

firefox blocca script traccianti

Quando si parla di tracking dei visitatori da parte dei siti web, generalmente il primo pensiero corre alla privacy: seguire qualcuno mentre questi naviga da un sito all'altro permette di creare un profilo abbastanza attendibile dei gusti della vittima.

Questa pratica ha però anche un'altra conseguenza: rallenta la navigazione stessa.

Mozilla, preoccupata di entrambi i fenomeni, ha deciso di intervenire con decisione facendo in modo che le prossime versioni di Firefox blocchino tutti i tentativi di tracciare gli utenti da un sito all'altro (cross-site tracking) ma anche gli script che minano criptovalute senza il consenso dell'utente e quelli il cui scopo è creare una sorta di "impronta digitale virtuale" del navigatore.

«Il tracciamento rallenta il web» afferma Mozilla.- «Uno studio di Ghostery dimostra che il 55,4% del tempo necessario a caricare un normale sito web viene passato a caricare tracker di terze parti. Per gli utenti che si trovano a usare reti lente, l'effetto può essere anche peggiore».

A partire da Firefox 63, quindi, tutti gli script che richiederanno più di cinque secondi per il caricamento verranno bloccati.

Poi, dalla versione 65, toccherà ai cookie di terze parti: gli utenti potranno scegliere se bloccarli tutti (anche se in tal modo alcuni siti rischieranno di non funzionare più) oppure se limitarsi a bloccare quelli che effettuano il tracciamento dell'utente.

Questi ultimi sono quei cookie responsabili delle "curiose coincidenze" che capitano quando si naviga. Poniamo che su un sito si effettui una ricerca che parla di un programma televisivo. Da quel momento in avanti le pubblicità sugli altri siti inizieranno a proporre quel programma senza fine. La colpa di questo comportamento è dei cookie traccianti.

Infine, in un futuro ancora più lontano Firefox bloccherà per default tutti gli script pericolosi, a partire da quelli che generano criptovalute (come il diffuso Coinhive) e quelli che identificano gli utenti in base alle proprietà dei dispositivi usati per visitare il sito e altre informazioni.

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