A sorpresa, un'auto tutta olandese, free e open, esordisce a un motor show, bruciando le possibili avversarie sul tempo. Utopia o pietra miliare di un futuro hacker?
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 03-04-2007]
Di auto a sorgente aperto Zeus News parla da almeno tre anni, da quando lanciammo l'idea, a margine della dismissione dell'Alfa di Arese, di rilasciare il codice della vecchia Panda.
Scherzando (ma non troppo), la richiesta era di mettere progetti, macchinari e competenze per la produzione del veicolo storico della casa del lingotto a disposizione della comunità, magari di un consorzio pubblico-privato per la riqualificazione dell'area industriale.
Ovviamente finì tutto nel nulla: rispetto a piani industriali arditi, la Fiat preferì un lifting al marketing aziendale, e i risultati commerciali paiono, oggi, dar loro ragione. Quelli occupazionali sono molto meno entusiasmanti, se si escludono pochi operai mal pagati, nelle officine di Tichy, in Polonia.
A esordire fisicamente, in plastica e lamiera, è stata invece un'altra opensource car: alla mostra AutoRAI ad Amsterdam è stata presentata la c,mm,n (si pronuncia common, come "proprietà comune"), il prodotto dello studo di tre università olandesi: Delft, Eindhoven ed Enschede.
Dati tecnici, disegni e schede del veicolo (questa è la novità) sono disponibili liberamente sul web; anzi, il contributo al progetto, da parte di chiunque, è il benvenuto. Sono richieste solo una certa competenza in ingegneria automobilistica e, per il momento, la conoscenza della lingua olandese.
Oltre alla libera disponibilità dei progetti, un cavallo di battaglia della c,mm,n è la sostenibilità ambientale: simbolicamente, il veicolo è quindi a emissioni-zero, con motore a idrogeno.
Coerentemente con l'impostazione collaborativa che caratterizza il veicolo, il sistema di navigazione permetterà di introdurre, e di condividere con il mondo, le informazioni su traffico, tragitti e parcheggi.
È un po' presto per dire se si tratta dell'ennesima pagliacciata dimostrativa, destinata a scomparire dalle nostre memorie, o se è il primo vero passo per estendere la filosofia opensource dal software alle altre aree dell'economia, contaminandole irreversibilmente.
Dalle foto sembra si tratti di un prodotto fighetto, lontano dalla robustezza, dalla semplicità e dalla riparabilità tipica di un oggetto hacker. Ma è comprensibile: il prototipo deve stupire anche le menti semplici. Incrociamo le dita.
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News
ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita.
Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui
sotto, inserire un commento
(anche anonimo)
o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA |
|
|
||
Browser e smartphone | ||
|
thefad