Quando la satira subisce la censura

Quando si parla di repressione che colpisce il Web, spesso si citano Paesi retti da regimi anti-democratici o illiberali, con l'oscuramento di siti o sanzioni contro i webmaster o addirittura i navigatori. Anche in Italia però non si scherza: è stato sottoposto a sequestro (e quindi oscurato) un articolo di satira apparso su Clarence.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 03-01-2002]

Anche in Italia si stanno preparando tempi duri per la libertà nel Web: un sito ha avuto alcune pagine oscurate per decisione della magistratura. Non stiamo parlando di un sito inneggiante al nazismo, nè di un più tristemente famoso siti di pedofilia, oggetto di una vasta azione internazionale di polizia nelle scorse settimane.

Si tratta invece di Clarence, uno dei siti più frequentati del Web italiano, e della sua rubrica di critica dello spettacolo. Un articolo del redattore responsabile della Cultura e Spettacolo di Clarence, Iginio Domanin, è sostituito da questa scritta in neretto: "Procura della Repubblica di Milano. Articolo sottoposto a sequestro dell'Autorità Giudiziaria".

Questa iniziativa è stata presa dal sostituto procuratore Grazia Pradella, che ha iscritto nel registro degli indagati per diffamazione il direttore del sito Gianluca Neri e lo stesso autore dell'articolo.

Il provvedimento è stato chiesto dagli avvocati del noto cantante Johnny Dorelli perchè l'articolo incriminato conterrebbe affermazioni sullo stesso cantante che non avrebbero alcuna giustificazione nel diritto di cronaca e di critica.

Domanin nel suo articolo Il sound di Dorellik avrebbe dipinto come un "playboy di ex ninfette, reginette sexy e tardone" e il figlio di Dorelli , Gianluca Guidi, come un "figlio d'arte fallito", inserendo il cantante nel genere Trash.

Certamente questa decisione dell'Autorità Giudiziaria si presta a molte letture: la prima è sulla sostanziale disparità tra riviste online e cartacee. Infatti, in caso di sequestro di un giornale tradizionale, ci simita a sequestrare tre sole copie; qui invece si è cancellato dal web l'intero articolo.

Poi il confronto tra online e carta stampata può proseguire: quante volte abbiamo visto le copertine e le locandine di tanta stampa "specializzata" trionfare nelle edicole italiane, con copertine non edificanti sulla vita di Dorelli? Sono mai stati oggetto di iniziative simili da parte del cantante e, soprattutto, dei giudici?

Infine sulla "potenza", sulla visibilità e sul riconoscimento sociale del Web: se ci si scomoda da chi si sente colpito, ai giudici è ormai sancito il ruolo che il Web ha come mezzo di informazione e formazione dell'opinione pubblica.

Allora deve crescere proporzionalmente la consapevolezza non solo della responsabilità etica di chi opera nel Web ma anche nell'opinione pubblica; il legislatore deve però garantire adeguatamente la libertà di espressione e di manifestazione del pensiero sul Web.

Intanto quelli di Clarence, per dimostrare l'anacronismo del provvedimento giudiziario, hanno inserito un link al motore di ricerca Google, che ha in archivio anche le pagine incriminate, sapendo che la magistratura italiana nulla potrà contro un server americano.

Per quanti volessero esprimere la propria solidarietà a Clarence è possibile sottoscrivere una cartolina al Ministro Gasparri, sullo stesso sito, che richiede il rispetto delle garanzie costituzionali per la libertà di espressione.

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Pier Luigi Tolardo

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