Terrorizzate dalla fine degli incentivi, le case automobilistiche giocano la carta elettrica. Pro e contro della nuova mobilità a batteria.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 24-09-2009]
Un fantasma si aggira per l'Europa: si tratta della scadenza degli incentivi alla rottamazione dell'auto.
L'auto-industria è stata in tutto il mondo (soprattutto in Italia) uno degli enti più voraci di fondi pubblici e ammortizzatori sociali, oltre che portatrice di strategie scellerate nel campo della mobilità. Oggi si trova di fronte a uno dei suoi frequenti periodi bui, in cui dovrà, sostanzialmente, reggersi sulle proprie gambe malferme, almeno fino alla prossima campagna di aiuti pubblici.
E allora, che ti inventano questi geni del liberismo e dell'ingegneria? Nientemeno che l'auto elettrica, roba che sarebbe stata considerata vecchia il secolo scorso. Al salone di Francoforte è tutto un fiorire di concept car di auto elettriche, l'equivalente ingegneristico di una chiacchierata tra avventori ubriachi in un bar.
Il nome, Vista, è un po' inquetante per gli appassionati di computer, ma le caratteristiche tecniche sono interessanti: quattro posti, cinque porte e un'autonomia di 200 chilometri, abbondantemente sopra quanto proposto dalle possibili rivali, grazie ai super polimeri di litio, qualunque cosa essi siano.
Ma siamo davvero sicuri che l'auto elettrica sia la soluzione alla crisi della mobilità nell'era della scarsità di energia? Abbiamo alcuni dubbi in proposito.
I sostenitori dell'auto a batteria puntano sui costi straordinariamente bassi per chilometro e sullo sconvolgimento di stile di guida determinato dal diverso propulsore: "Tutte quelle persone su macchine a petrolio scoppiato," racconta Fulvio P., collaudatore di moto elettriche, "sembrano appartenere di colpo al passato remoto. Che ci fanno, su quelle strane stufe rumorose e colorate?"
"Ti sorpassano sulla statale, fracassoni e puzzolenti, ma li ritrovi sempre al semaforo o alla rotonda successiva," continua Fulvio. "L'unico rumore che produco è quello del vento sul casco, ma pare che solo i rari ciclisti apprezzino il fruscio con cui li supero."
I critici sostengono che l'elettricità dovrebbe essere utilizzata per computer, dispositivi di comunicazione, elettrodomestici, macchine salvavita negli ospedali e cose di questo genere, mentre per alimentare il trasporto o, ancor peggio, il riscaldamento, sarebbe opportuno ricorrere a sistemi di alimentazione meno sofisticati.
Meglio puntare sulla mobilità pubblica, elettrica o meno, e sulla cara e vecchia bicicletta. Alternative scomode, pesantemente trascurate da uno sviluppo basato sul petrolio, ma sicuramente più efficienti della mobilità privata anche quando va a batterie.
Non possiamo trascurare gli enormi vantaggi in termini di efficienza delle auto elettriche rispetto alle attuali, pesantissime scatole di metallo pluriaccessoriate che ingombrano le nostre strade. Ma questi vantaggi sono merito solo in parte dei motori: il vero responsabile sembra essere la scarsa capacità delle batterie.
E allora le scelte tecnologiche diventano interessanti: veicoli leggeri, ruote sottili, assetti rigidi (e scomodi), accelerazioni e velocità sostenibili. Questo è quanto di buono troviamo nelle vetture elettriche.
Ma che succederà quando (e se) avremo risolto il problema delle batterie? Qualcosa ci fa pensare che torneremo ai macchinoni pesanti e ipertrofici di oggi. "La risposta è dentro di noi," diceva Corrado Guzzanti, "epperò è sbagliata".
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