La rete è il nuovo campo di battaglia, reti governative e infrastrutture critiche gli obiettivi: gli esperti chiedono un dibattito pubblico su questi temi prima che sia troppo tardi.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 02-12-2009]
Secondo McAfee, che ha recentemente pubblicato il quinto rapporto sulla criminologia virtuale, la corsa all'armamento "cibernetico" è passata dalla finzione alla realtà: gli attacchi informatici a sfondo politico sono aumentati e cinque nazioni Stati Uniti, Russia, Francia, Israele e Cina dispongono oggi di armi informatiche.
Nell'ultimo anno, l'aumento degli attacchi informatici con motivazione politica hanno preso di mira obiettivi come la casa Bianca, il Dipartimento della Sicurezza Interna, i Servizi Segreti e il Dipartimento della Difesa, solo per citare gli Stati Uniti: si punta a colpire reti governative e infrastrutture critiche.
Gli aggressori non solo stanno creando le loro difese informatiche, ma anche il proprio arsenale d'attacco cibernetico volto a colpire infrastrutture come reti elettriche, trasporti, telecomunicazioni, finanza e forniture idriche: è così possibile causare danni in modo rapido e con pochi sforzi.
La guerra informatica coinvolge così tanti attori diversi in così tanti modi differenti che le regole d'ingaggio non sono definite chiaramente; c'è inoltre un dibattito aperto su quanta responsabilità dovrebbe essere addossata alle aziende affinché proteggano ed educhino il pubblico a prevenire gli attacchi informatici. Senza una definizione opportuna, risulta praticamente impossibile stabilire quando una reazione politica o la minaccia di un'azione militare sia garantita.
Le infrastrutture critiche sono enti privati in molte nazioni sviluppate, ma il settore privato si affida eccessivamente al governo per prevenire gli attacchi informatici: se la guerra virtuale scoppia governi, aziende e privati cittadini possono essere coinvolti nel fuoco incrociato.
Senza un quadro chiaro della strategia di protezione informatica da parte del governo, il settore privato non è in grado di agire per adottare le precauzioni necessarie: per questo gli esperti richiedono un dibattito pubblico sulla guerra informatica, facendola uscire dall'ombra.
"Nei prossimi 20 o 30 anni gli attacchi informatici verranno sempre più spesso utilizzati come strumenti di guerra", ha affermato William Crowell, ex vicedirettore dell'Agenzia per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti. "Quello che non sono in grado di prevedere è se le reti saranno così diffuse e indifese che le operazioni di guerra informatica soppianteranno la guerra tradizionale".
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