Secondo la Corte di Cassazione, ricostruire gli spostamenti di un indagato attraverso la rete mobile non è un'intercettazione e non ha bisogno di autorizzazioni.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 10-03-2010]
E' assolutamente legittimo per le forze dell'ordine ricostruire i movimenti di un indagato, attraverso le tracce lasciate dal telefonino che in questo caso funziona come un Gps che permette di localizzare l'individuo.
Lo ha stabilito con una sentenza in questi giorni la Corte di Cassazione: il Gps non è un'intercettazione telefonica o di Sms, non è un tabulato del traffico, ma sostituisce il normale pedinamento e, perciò, non richiede le necessarie autorizzazioni giudiziarie e può essere portato come prova in tribunale.
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