E' pronto per essere sottoposto alla Commissione Vigilanza della Rai il "contratto di programma" tra Rai e Stato: obblighi e doveri della Tv pubblica in cambio del canone obbligatorio per tutti gli italiani che possiedono un televisore. All'interno del testo pare che non esistano le parole Web e news on line.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 30-11-2002]
La Rai è nell'occhio del ciclone per la vicenda delle dimissioni della maggioranza dei consiglieri d'amministrazione, ben tre su cinque, e per le polemiche politiche che hanno accompagnato la vicenda. Intanto sui giornali circola la bozza del "contratto di programma" Rai-Stato che dovrà essere approvato dalla Commissione Parlamentare di Vigilanza della Rai: sono gli obblighi che lo Stato accolla alla Tv pubblica (interamente di proprietà del Ministero dell'Economia, dopo la soppressione del'Iri) in cambio del canone che tutti gli italiani, in possesso di un televisore, devono versare e che la Rai vorrebbe aumentare ancora di 5 Euro.
Il "contratto di programma" prevederebbe obblighi in materia di trasmissioni specifiche per minori, per la loro tutela, per offrire programmi di accesso a partiti e associazioni nel rispetto del pluralismo. La Rai si impegnerebbe a offrire un'informazione pluralistica e una programmazione di livello qualitativo senza preoccuparsi solo dell'Auditel, che misura l'audience ed allo sviluppo tecnologico della Tv digitale in Italia.
Il "contratto di programma" invece non citerebbe in nessun modo il Web, e innanzitutto i servizi di news on line, tra i servizi che la Rai deve fornire alla società italiana.
I grandi avvenimenti sportivi, l'informazione di pubblica utilità e di emergenza, l'informazione politica ed i fatti religiosi, alcuni siti di forte contenuto culturale come RaiLibro, sono attualmente coperti nel Web soprattutto dalla Rai con completezza e un buon rispetto del pluralismo.
Già oggi l'informazione on line della Rai, come ha denunciato il direttore di RaiNet News, Gianluca Nicoletti, soffre di una forte carenza di risorse, effetto della crisi economico-finanziaria e delle difficoltà politico-gestionali dell'ente radio-televisivo pubblico.
Senza mettere nero su bianco nell'accordo di programma Rai-Stato i doveri della Rai, si rischia che questo possa essere gravemente ridimensionato e sacrificato ad altre esigenze.
Per questo il Ministro Gasparri ha ancora la possibilità di integrare il contratto con precisi e vincolanti riferimenti alla presenza della Rai sulla Rete e se non lo dovesse fare il Ministro può sempre farlo il Parlamento.
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