Un aspetto da chiarire per la Commissione Parlamentare sul caso Telekom Serbia.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 26-08-2003]
Il Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri è intervenuto in questi giorni sulla vicenda Telekom Serbia, mentre il famoso teste Igor Marini chiama in causa anche Veltroni, Rutelli e Mastella, dopo aver accusato Prodi, Dini e Fassino di aver intascato una parte delle tangenti che sarebbero state versate da Telecom Italia a Milosevic per acquisire il controllo, insieme ai greci della Ote, della compagnia serba di Tlc.
Finora il teste Marini non ha esibito "pezze d'appoggio" alle accuse che sono state respinte dagli accusati (che lo hanno già querelato) ma si è dovuto interrogarlo secondo il Presidente della Commissione Trantino perché ha ricevuto minacce di morte ed è importante quindi acquisire la sua testimonianza.
Il Ministro Gasparri non è entrato nel merito delle accuse ma ha ribadito che Telecom Italia pagò uno sproposito Telekom Serbia, in qualche modo legittimando il sospetto che dietro ci siano state delle tangenti o che, comunque, sia stato un pessimo affare.
Il particolare è questo: se Telecom Italia allora pagò un prezzo eccessivo ed ingiustificato le azioni Telekom Serbia (allora il deputato di opposizione Gasparri non sollevò con forza il problema) e se una parte di quei soldi finirono non solo nelle tasche di Milosevic e signora ma, addirittura, dei leaders del CentroSinistra, quali furono le responsabilità di Massimo Sarmi, allora direttore generale di Telecom Italia?
Massimo Sarmi, per moltissimi anni serio e stimato dirigente della Sip e poi di Telecom Italia, oggi è l'Amministratore Delegato dell'azienda Poste Italiane, incarico che ha assunto dopo un breve periodo alla guida di Siemens Italia: uno degli incarichi, quello della guida dell'azienda Poste, di maggiore peso e prestigio tra quelli di nomina pubblica.
Chi ha voluto che Massimo Sarmi andasse a guidare le Poste, molto più efficienti e redditizie dopo la "cura Passera", è stato proprio Gasparri, a cui spetta la nomina del management delle Poste, che ha voluto un manager "vicino ad An" ma che è stimato anche in altre aree politiche per la competenza nel mondo delle Tlc, necessaria per un'azienda che già si è trasformata e molto deve ancora trasformarsi.
Sarmi, allora era uno dei massimi manager di Telecom Italia e quindi non è estraneo alla decisione sul prezzo che fu pagato e che, oggi, Gasparri giudica incongruo, nè può essere ignaro del fatto se ci siano state o no tangenti e chi le abbia intascate. Quindi o è stato un pessimo manager allora e Gasparri ha fatto male a nominarlo alle Poste, o è stato un buon manager, e Gasparri ha fatto bene a nominarlo ma, allora, c'è qualcuno che le spara grosse.
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