Il piccolo "cuggino" (o grande budello)

Bene. Le Strane Strenne di Natale son passate, Capodanno incombe e ci troviamo in quella settimana di limbo (o altre danze caraibiche) durante la quale i nostri succhi gastrici sono chiamati a raccolta e la nostra pazienza nei confronti di lontani parenti che ipotizzano ardite e a volte sgradite somiglianze pur di non farci somigliare a noi stessi viene messa a dura prova. E' il momento adatto per una farneticazione da molto tempo pregustata e che ora si presenta matura come un albero di torroni molli.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 04-01-2001]

L'Evento Mediatico dell'Anno si è testè concluso con l'elevamento a potenza di una precedentemente sconosciuta ragazza dai gialli capelli alla Simpson giusto in tempo per uscire dalla Casa e celebrar immacolate feste (in fondo ci è voluto solo un anno per togliersi dai maroni il Millennium Bug, al contrario di Word), ognuno insieme ai propri cari e a tutti gli altri personaggi in cerca di autore precedentemente giubilati del Grande Budello.

Non ho dubbi infatti che la notte di Capodanno un brindisi etereo ed elettromagnetico con i vari Ottusangoli, Marine e Tariconi non ce lo leverà nessuno, ma non è certamente questo che mi preoccupa. Ognuno è libero di vuotare i calici come e con chi desidera e io stesso ormai da molti anni allo scadere della mezzanotte, come auspicio per il nuovo anno, formatto il disco rigido della mia computer (i programmatori sono tutti maschi perchè le computers sono tutte femmine).

Anno nuovo vita nuova si dice; un bel riciclo dei domini magnetici non può che giovare al rapporto tra umani e macchine. Le cambio anche le viti, così posso anche dire "Anno Nuovo Vite Nuova". Sciambola. Era buono lo zibibbo.

Non ricordo le parole esatte, ma Andy Warhol una volta espresse un concetto secondo il quale "ognuno di noi prima o poi ha a disposizione almeno cinque minuti di celebrità", al di là di meriti oggettivi o favoritismi soggettivi. E' un fatto che i protagonisti del Grande Cammello a questo punto siano famosi ben più di quanto Andy Warhol potesse supporre e che come spesso avviene, oltre al successo intrinseco della trasmissione, gli effetti collaterali di tutto il mondo radiotelevisivo e pubblicitario faranno di loro delle facce ben note. Loro stessi non fanno che dichiarare di essere stupiti quanto noi se non di più da questa improvvisa celebrità multimiliardaria (di più, di piu...)

Insomma, immagino che qualcuno si aspetti che noi musicanti da strapazzo si tragga delle conclusioni da questo eccezionale fenomeno di inizio millennio. Ecco la mia: Fatti Controllare.

Ne otterrai Fama, Denaro e Potere. Ti riconosceranno per strada, terranno in considerazione la tua Parola e il tuo Pensiero, molte Porte ti si apriranno, ti vorranno bene e addirittura si innamoreranno di te, ridefinirai il concetto di "bello", cuccherai di bestia, chi ti sta vicino sarà orgoglioso di conoscerti e anche lui risentirà dei benefici influssi. In fondo, vivere all'ombra di una telecamera è un prezzo basso in cambio di tutto questo, no?

Non è strano che una trasmissione come il Grande Fratello sia stata proposta in decine di Stati mondiali ( con risultati differenti, ma questo è un altro discorso da farsi insieme ad Hari Seldon ) praticamente senza modifica alcuna? E' vero, questo accade anche per molte altre orribili trasmissioni. Bene, pensiamoci sopra. Ulteriore motivo di riflessione è che il Grande Fratello si chiami senza pudore alcuno proprio come l'organismo di controllo totale del romanzo di Orwell.

Topolino ed Eta Beta, per nascondere l'Atombrello, se lo mettono in testa e vanno in giro tranquillamente. La busta misteriosa, Edgar Allan Poe la nasconde nella cassetta delle lettere. Che Berlusconi (per primo, ma anche tanti altri a Destra e Sinistra) siano fuori come delle mine ormai è scritto nero su bianco nei cartelloni. Il miglior modo per fare passare inosservate le cose e far perdere interesse nelle stesse è farle vedere chiaramente a tutti. In questo concetto non ho ancora inquadrato bene il Gabibbo, però.

Col Grande Fardello siamo al più recente atto di una epocale manovra che ha visto le intoccabili Stelle di Hollywood come Greta Garbo e John Wayne trasformarsi nei "vicini della porta accanto", salvo poi innescare dietro le quinte lo stesso tipo di meccanismo divistico a fronte del quale la "ragazza qualsiasi" protagonista di Friends non si sposta se non la vanno a prendere con una Limousine con le maniglie d'oro (o altre simili cazzate che ci raccontano, vere o false che siano non importa).

In ballo c'era il successo di un mezzo capace di fare sognare il mondo intero e l'unico modo per dare una speranza a tutti noi, fossimo belli, brutti, intelligenti o scemi, è stato abbassare le richieste. Ora chiunque può fantasticare di tappeti rossi e jet personali e dal Grande Caramello in poi anche chi non è capace di recitare ha una possibilità di diventare famoso. Basta essere disposti a non avere segreti, basta calare le mutande sorridendo accondiscendenti.

Da una cara amica ho ascoltato con attenzione un resoconto della Hollywood delle agenzie teatrali. Chilometri di pareti cariche di fascicoli di aspiranti attori, tre foto per ognuno, un esterno e due interni. Rigorosamente primi piani in bianco e nero. Mentre era lì, qualche anno fa, le mostrarono le foto di una ragazza, diversa nella sua tristezza dalle migliaia di silicopettorute californiane clonate con il surf sottobraccio, dicendo che "stava venendo fuori bene". Si trattava di Peta Wilson, la Nikita dei telefilm americani. Niente di particolare, ma è da notare che, nonostante quello che sembra essere proposto dai media, ovvero che ormai "c'è posto per tutti", il successo in quel campo è ancora legato ad una sfumatura, ad una luce negli occhi, ad una espressione, a tanti altri fattori apparentemente casuali e/o, ovviamente, ad un bel calcio nel culo da parte di qualche pezzo grosso.

Ed ora per qualcosa di davvero diverso: questa estate ho sognato un programma televisivo. Si, non sto scherzando: me lo sono sognato davvero. Bene, ho la fortuna di fare un lavoro interessante, grazie al quale conosco anche un sacco di gente. Ho quindi proposto questa mia idea ad un amico che si occupa di televisione, dal quale ho avuto un feedback positivo al quale non è però seguito nulla. Peccato.

Ho successivamente letto da qualche parte che in America hanno iniziato a fare una trasmissione per qualche verso simile. Bene, non ho dubbi che prima o poi la cosa arriverà anche qui e che ci sarà chi ci farà dei soldi, probabilmente brevettando il tutto come è successo a suo tempo con il Cacao Meravigliao di Renzo Arbore. Ma credo in Internet e nell'Open Software e sono un Ninja. Quindi ve ne parlerò; mi basta sapere che, quando con qualche cavillo mi fregheranno l'idea, ci sarà comunque un bel pò di gente che sa come sono andate realmente le cose.

E' una idea banale, in realtà, come la Macchina a Vapore, la Gravitazione Universale, il Teletrasporto e l'Ovunculogranulatore Quantistico: un quiz dove alcuni (tipicamente tre) concorrenti devono rispondere a domande anche molto complesse in un tempo limitato. Ognuno di loro però ha a disposizione, udite udite, un computer collegato a Internet. La bravura dei concorrenti consiste quindi nel saper utilizzare i vari motori di ricerca a seconda delle loro peculiari caratteristiche e dei diversi algoritmi di ricerca, gli user groups, i più incredibili servizi che la Rete ci mette a disposizione (trovate latitudine e longitudine della vostra città, ORA!), nel saper navigare e collezionare informazioni in una lotta contro il tempo che, non ho dubbi, può diventare estremamente avvincente.

Una attenta regia può mescolare espressioni tese, dita che volano sulle tastiere e tracing in tempo reale dei pacchetti TCP/IP in uno show non molto distante da alcune scene di Matrix. Brevi interviste ai concorrenti, tra una ricerca e l'altra, sarebbero ottime occasioni per svelare trucchi e segreti dei professionisti e la intrinseca possibilità di partecipazione del pubblico a casa rende l'idea molto promettente dal punto di vista della prossima futura rivoluzione della televisione interattiva, intorno alla quale si stanno muovendo paradossali quantità di denaro.

Potrei andare avanti per due pagine con decine di idee, ma la cosa più importante di tutte è che da una trasmissione simile il grosso pubblico, ancora tecnologicamente analfabeta o quasi, potrebbe finalmente capire cosa è Internet, oltre che un covo di maledetti bastardi pedofili. Per Giove, persino le Nonne d'Italia e i cronisti della RAI e di Canale 5 capirebbero cosa è Internet. Potrei mettermi a piangere di felicità.

Uno dei pochi insegnanti che tuttora ricordo con rispetto fu quello che mi disse "Ormai non serve più sapere le cose. Bisogna sapere dove stan scritte". Questo concetto, inserito in uno scenario dove altri professori facevano studiare a memoria la sequenza dei sette re e settantasette imperatori di Roma per ognuno date di nascita e morte e maggiore opera compiuta ora, all'ombra della Rete, assume carattere profetico.

Mi sono sognato anche il titolo della trasmissione, che è "I-Sleuth", sottotitolo "Segugi nella Rete". Non guardo mai la televisione, ma una trasmissione così a me piacerebbe davvero vederla. Se conoscete qualche meritevole autore di programmi televisivi, fategli leggere queste poche righe. Grazie e Buone Feste.

Information wants to be free. Ah, dimenticavo: considerate I-Sleuth la mia risposta Open Source al Grande Fratello.

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