Bernabè si dice interessato a tenersi La7 ma questa rischia di perdere il suo carattere innovativo, diventa politicamente corretta e allontana Luttazzi.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 10-12-2007]
Telecom Italia è la proprietaria di La7 e Mtv, il che la rende non solo il maggiore gestore telefonico e provider Internet d'Italia ma anche il maggiore editore tv, dopo Rai e Mediaset, molto più piccolo di queste due portaerei ma, forse, proprio per questo, in questi anni ha dimostrato che l'unico modello televisivo non deve essere per forza quello della tv generalista tutta audience e basta.
Dal teatro di Paolini senza spot a tante altre iniziative, Antonio Campo Dall'Orto, il giovane manager che la dirige, ha dimostrato di avere i numeri e coraggio, fino ad ospitare in una trasmissione nuova Daniele Luttazzi, l'unico allontanato dagli schermi, insieme a Biagi e Santoro, che la Rai non aveva riaccolto, anche se Biagi, purtroppo, ci ha lasciati per sempre e Santoro è sempre meno gradito dallo stesso centrosinistra.
Ora l'editore è cambiato: non è più quel Tronchetti Provera che aveva cercato senza successo, più volte, di vendere La7 e poi l'aveva tenuta senza crederci molto ma dando autonomia a Dall'Orto e alla sua squadra. E' Bernabè, in rappresenza di una cordata composita di azionisti, che devono avere tutto il massimo del consenso della politica e la massima concordia fra loro per superare tanti ostacoli in cui la politica c'entra molto, a cominciare dalle vicende della Rete e della Web Tv.
Intanto, in questi giorni, a seguito dell'ingresso di Bernabè, Luttazzi viene allontanato da Campo Dall'Orto per una satira troppo pesante contro uno dei volti e nomi più pesanti dell'informazione La7: Giuliano Ferrara.
La satira di Luttazzi si sa è molto volgare (ma la satira è sempre un po' volgare) e può piacere o non piacere ma a Luttazzi era stata data carta bianca e si sapeva che non era Benigni. A questo punto il sospetto non può essere forte: La7 può continuare ad essere una Tv Telecom, avere sempre autonomia, innovazione e magari (non guasta) nuovi mezzi ma non deve dare troppi fastidi al suo editore, la Telecom di Bernabè.
Speriamo che Bernabè, che è stato anche presidente della Biennale e sa cosa significa la libertà di espressione e Dall'Orto che continua ad essere un manager intelligente sappiano allontanare questo sospetto, a partire dal caso Luttazzi.
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