Il nuovo direttore generale della Rai potrebbe essere la figura che le major cinematografiche da tempo attendevano.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 07-04-2009]
Finalmente (o forse purtroppo) alla Rai c'è un uomo per tutte le stagioni; perché le cose edificanti ormai accadono solo nei film. Forse è sfuggito ai più o forse ai più è convenuto far finta di nulla, vista l'aria che tira; ma la recentissima nomina di Mauro Masi quale direttore generale della Rai può avere altri significati oltre a quelli politici sinora attribuiti.
Il professor Mauro Masi non è soltanto un colto, espertissimo comunicatore professionale (non per nulla ha ricevuto a tale titolo un premio nel '98 da parte del gruppo Pubblicità Italia), e contemporaneamente non è uno di quei tecnici mascherati da politici ai quali i politicanti di professione corrono appresso, offrendogli incarichi e prebende e tirandoli per la giacca. Non deve trarre infatti in inganno la circostanza che il professore abbia ricevuto incarichi nell'ambito di pressoché tutti i governi in carica, dal 1996 ai giorni nostri.
La verità è che Mauro Masi potrebbe essere "l'uomo delle major", essendo sin dal principio in posizione ideale prima per comprendere (e far suoi) i loro pur legittimi interessi e successivamente sempre in posizione di rappresentarli e difenderli a livello istituzionale.
Capo Dipartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri nel '96 per l'Informazione e l'Editoria, membro del Comitato per la politica dell'Informatica e TLC, vice presidente del Comitato di Autoregolamentazione TV, è titolare del Corso di economia ed organizzazione delle imprese editoriali dal 1999 al 2005 (governi D'Alema, Amato e Berlusconi 2-3), è ispiratore ed estensore della legge sui punti vendita dei prodotti editoriali, nonché della legge 2000 n. 248 sul diritto d'autore e 2001 n. 62, nonché estensore del Regolamento circa l'applicazione della legge 2000 n. 150 sulla "comunicazione istituzionale".
Ciò forse gli varrà nel gennaio 2007 (Prodi 2) la presidenza dell'Organismo di vigilanza dell'Istituto Luce (ex MinCulPop, tanto per ricordare un po' di storia), varato, guardacaso, sempre nel fatidico 2001. Perché è proprio in quell'anno e in quelli immediatamente successivi che il professor Masi potrà dimostrare tutta la sua bravura e competenza professionale: Vice Segretario Generale alla Presidenza del Consiglio dei Ministri ancora nel 2001, l'incarico politico non gli impedisce di proseguire nella sua prediletta attività riorganizzatrice.
Commissario straordinario della Società Italiana Autori ed Editori dal 1999 con primo Governo Prodi, in qualche anno riporta in attivo la SIAE riformulando accordi con INPS, Finanze (per la riscossione abbonamenti), ENPALS (Lavoratori dello Spettacolo) e le associazioni di distribuzione cinematografica (UNIDIM) che vedono iscritte sia aziende di primaria importanza quali Medusa, Warner, Uip, Columbia, Eagle Pictures con molte delle altre piccole società, realizzando accodi sulla vigilanza degli incassi nella sale cinematografiche.
Sempre quale commissario straordinario della SIAE, il 2002 lo vede presidente della FastTrack, intesa con sede a Parigi, nata ovviamente nel 2001 tra le società che producono la gran parte dei diritti d'autore al livello modiale e si vantano di rappresentare oltre 500.000 autori. Tra i membri fondatori di "FastTrack-The digital Copyright Network" sono, oltre alla SIAE, l'americana BMI, la tedesca GEMA, la francese SACEM e la spagnola SGAE, alle quali si sono poi unite l'austriaca AKM, la belga SABAM e la svizzera SUISA.
Per la verità, sui successi di Masi quale comunicatore potrebbe sorgere qualche dubbio, ove si pensi che a suo tempo fu vicepresidente della Commissione che ha realizzato la "Campagna di informazione nazionale straordinaria sull'introduzione dell'euro" e che attualmente è membro (Berlusconi 3) del gruppo di lavoro interno quale esperto per la comunicazione e l'informazione della Commissione Intergovernativa per la nuova linea ferroviaria Torino-Lione.
Sulle valenze in termine di capacità di comunicazione ognuno è ovviamente libero di pensarla come vuole, anche perché i governi Berlusconi gli hanno costantemente rinnovato la fiducia nel tempo: coordinatore nel 2003 della Presidenza del Consiglio dei ministri relativamente al semestre di presidenza al Consiglio d'Europa, dallo stesso anno è altresì membro del consiglio di amministrazione e del Comitato di Gestione del Fondo separato dell'INPGI e nel 2004 alter ego del ministro Stanca presso l'ONU per introdurre l'Internet nei Paesi in via di sviluppo.
Cambiare la guida politica del Paese non vuol certo significare la dismissione della fiducia e dei relativi incarichi, visto che nel 2005 (2° governo Prodi) fu membro del Consiglio superiore delle Comunicazioni e nel 2006 Capo Gabinetto dell'onorevole D'Alema, all'epoca vicepresidente del Consiglio dei ministri che verso la fine dell'anno delegò Masi a rappresentare in Europa le esigenze della proprietà intellettuale, mentre gli veniva offerta la cattedra del corso "Diritto d'autore e della concorrenza tra i media" presso l'Università San Raffaele di Milano per gli anni accademini 2006-2008.
Solo il futuro potrà raccontare se e quali cambiamenti porterà la nomina di Mauro Masi; quel che è certo è che ora come ora gli interessi del nostro massimo editore privato, che casualmente è anche a capo del governo in carica, coincidono con l'esperienza e la indubbia professionalità del responsabile operativo dell'editore istituzionale pubblico.
Vedremo cioè se la contestata soluzione Hadopi di prossima attuazione in Francia e forse estesa in Europa non sarà che un biscottino, in attesa di un prossimo "continental crackdown" qui pensato, realizzato e poi esportato ovunque.
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