Avanza una proposta bipartisan per abolire i pesanti obblighi burocratici imposti a chi offre connettività wireless pubblica.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 06-10-2010]
C'è un motivo se in Italia il numero degli hot spot Wi-Fi è inferiore del 70% rispetto alla media europea: il cosiddetto decreto Pisanu.
Varato nel 2005, contiene norme volte a contrastare il terrorismo e all'articolo 7 impone varie limitazioni per l'accesso a Internet: chi desidera offrire connettività Wi-Fi deve richiederne licenza al questore, identificare gli utenti tramite documenti e conservare in un apposito registro tutti i dati di navigazione.
Il decreto, poi convertito in legge, era inteso come provvisorio ma finora è sempre stato prorogato, di anno in anno.
Il motivo è che, a parte impedire lo sviluppo del rete Wi-Fi, la norma è sostanzialmente inefficace nello svolgere il proprio compito di prevenzione del terrorismo, almeno secondo quanto dichiarato dall'onorevole Lanzillotta: "Abbiamo effettuato studi dai quali emerge che l'utilità effettiva di quanto previsto dall'articolo 7 è marginale".
"Non è certo affidandosi alla consegna del documento d'identità al fornitore del Wi-Fi che si garantisce maggiore sicurezza" le fa eco Gentiloni.
Occorre anche dire che lo stesso Pisanu è convinto che il decreto vada modificato in senso meno restrittivo, e che i benefici derivanti dall'accesso a Internet vadano estesi.
Dopotutto in moltissimi altri Paesi, come gli Stati Uniti (dove quanto a misure create per contrastare il terrorismo non scherzano), non ci sono complicazioni burocratiche paragonabili alle nostre per chi vuole offrire accesso Wi-Fi pubblico.
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