L'AI Perplexity finisce in tribunale per violazione del copyright. Le accuse di RTI e Medusa Film



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 04-12-2025]

rti medusa perplexity

RTI e Medusa Film hanno depositato ieri un ricorso urgente presso il Tribunale Civile di Roma contro Perplexity AI Inc., la startup statunitense nota per il suo servizio di intelligenza artificiale. Si tratta della prima azione legale in Italia che contesta violazioni del diritto d'autore legate all'uso di contenuti protetti per l'addestramento di modelli IA e si inserisce in un contesto globale di crescenti tensioni tra produttori di contenuti e aziende tecnologiche. Le due società accusano Perplexity di aver utilizzato, senza autorizzazione e su larga scala, centinaia di ore di materiali audiovisivi e cinematografici di loro proprietà per alimentare i dataset dei propri sistemi generativi. Questo include programmi televisivi, film e documentari.

Il ricorso descrive un processo sistematico di raccolta dati che avrebbe bypassato meccanismi di protezione standard. Secondo le accuse, Perplexity impiegherebbe bot automatizzati e il browser proprietario Comet per eseguire lo scraping massivo di contenuti online, ignorando i file robots.txt - che indicano le porzioni dei siti non accessibili a crawler - e aggirando i paywall imposti dai detentori di diritti. RTI e Medusa sostengono che questo approccio non solo violerebbe l'articolo 102-bis della legge 633/1941 sul diritto d'autore italiano, che tutela l'uso commerciale di opere protette, ma anche il Regolamento UE sui dati personali (GDPR) per la mancata informativa su trattamenti automatizzati. Le prove allegate al ricorso includono log che riproducono estratti testuali da trascrizioni di video Medusa, come scene da film italiani degli anni 2000, e analisi di output IA che riecheggiano descrizioni di programmi RTI senza attribuzione adeguata.

Le richieste avanzate al giudice sono articolate e mirano a un intervento immediato: accertamento dell'illiceità della condotta, inibitoria urgente per bloccare qualsiasi ulteriore utilizzo o diffusione dei contenuti protetti, risarcimento dei danni non patrimoniali - stimati in base al valore di licenza equivalente per i materiali coinvolti - e applicazione di una penale giornaliera di 10.000 euro per ogni violazione successiva all'ordinanza. RTI e Medusa sottolineano come tale pratica non solo privi le aziende di ricavi potenziali da accordi di licenza, ma comprometta anche l'integrità del mercato audiovisivo, dove l'IA generativa potrebbe competere direttamente con produzioni originali. Le società cinematografiche hanno ribadito l'impegno per un «equilibrio tra innovazione tecnologica e tutela del lavoro creativo», citando l'impatto potenziale su migliaia di posti di lavoro nel settore editoriale italiano.

Perplexity AI non ha ancora rilasciato commenti specifici sulla denuncia italiana. In precedenza, a fine ottobre, in risposta a una causa simile intentata da Reddit negli USA, l'azienda aveva affermato di non utilizzare contenuti protetti per l'addestramento primario, limitandosi a generare riassunti con citazioni di fonti e rispettando le linee guida sul fair use. D'altra parte negli Stati Uniti Perplexity è già oggetto di denunce presentate da Dow Jones e New York Post già alla fine dello scorso anno: anche in questo caso è contestato lo scraping che riguarda gli articoli pubblicati dalle due testate per generare riassunti; le richieste di danni ammontano a 500 milioni di dollari. Nel marzo di quest'anno anche Encyclopedia Britannica ha deciso di muovere contro Perplexity, mentre a novembre è toccato alla BBC di minacciare azioni legali per l'uso non autorizzato di notizie, proponendo in questo caso dei negoziati per la concessione di licenze.

La SIAE ha colto la palla al balzo e ha accolto la mossa di RTI e Medusa come «precedente essenziale»; il presidente Gaetano Stucchi Prinetti ha auspicato un intervento governativo per allineare la normativa nazionale all'UE, inclusa la proposta di opt-out obbligatorio per contenuti protetti.

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