450 milioni di utenti-cittadini europei rischiano di perdere la privacy usando Internet e i cellulari.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 13-05-2004]
Francia, Irlanda, Gran Bretagna e Svezia hanno fatto una proposta congiunta al Consiglio dell'UE per immagazzinare i dati sul traffico telefonico di tutti i cittadini dell'UE (450 milioni di persone) per un periodo tra i 12 e i 36 mesi, per scopi relativi alle indagini di polizia.
Se i ministri degli stati membri approveranno la bozza della decisione quadro, tutti i dati sul traffico telefonico e su quello relativo a Internet dei 450 milioni di cittadini europei verranno conservati per lungo tempo.
Questi dati sul traffico riporteranno il mittente e il destinatario di ogni comunicazione telefonica e via e-mail, quali siti web sono stati visitati, perfino dove si trovavano le persone con i loro telefoni cellulari.
Dato che in Europa esistono poche persone senza un telefono fisso, un cellulare o un accesso alla rete, questa decisione avra' effetti sulla riservatezza e sulla liberta' di espressione di 450 milioni di cittadini.
I dati sul traffico saranno accessibili alle autorita' investigative e ai servizi segreti, non solo all'interno di ogni nazione, ma nell'intera estensione del territorio europeo. Gli stati membri decideranno essi stessi su come concedere l'accesso ai dati a livello nazionale.
I gruppi che si battono per la privacy e per i diritti civili respingono l'obbligo di conservazione dei dati di tutti i cittadini. Immagazzinando i dati sulle comunicazioni di tutti, viene violato il principio per cui fino a prova contraria si e' innocenti.
Le aziende vengono costrette a conservare grandi quantita' di dati personali sensibili, anche se non c'e' alcun motivo economicamente vantaggioso per farlo.
In questo modo i soggetti di mercato divengono una sorta di prolungamento della legge. Con questa proposta, l'Europa getta le basi di un nuovo corso nell'applicazione delle leggi: dalle indagini specifiche alla sorveglianza generalizzata di tutti i cittadini.
Nella redazione della bozza della decisione quadro e' stata spazzata via l'altra possibilita', ovvero la conservazione mirata dei dati relativi ai sospettati.
"Nel corso delle indagini, potrebbe non essere possibile identificare i dati necessari o le persone coinvolte sino a molti mesi o anni dopo la comunicazione originale". Nessun'altra spiegazione piu' approfondita e' stata fornita riguardo alla necessita' e all'efficienza delle misure proposte.
La proposta giunge a meno di un mese da quando i capi di stato dell'UE hanno accettato un nuovo elenco di misure antiterrorismo, tra cui l'alta priorita' all'introduzione dell'obbligo di conservazione dei dati entro il 1° giugno 2005, di cui si e' parlato in EDRI-gram 2.6.
Molti esperti ritengono che la proposta sia stata scritta molto tempo prima dell'11 marzo 2004, seguendo un'iniziativa precedente, presa dalla presidenza danese dell'UE per fare l'inventario dei modelli di conservazione dei dati esistenti e cercare un compromesso.
Attualmente in Austria, Finlandia, Germania, Olanda e Svezia non vi e' obbligo di conservare i dati delle telecomunicazioni per scopi relativi alle indagini di polizia.
In Gran Bretagna i provider sono stati invitati a trovare una soluzione basata sull'autoregolamentazione, ma sembra che il governo non abbia avuto molto successo nel convincerli che questo era nel loro interesse, e al momento sta lavorando per porre dei vincoli di tipo legale.
Sia in Finlandia che in Olanda esistono proposte per la conservazione obbligatoria dei dati. La situazione nei paesi che sono appena entrati a far parte dell'UE non e' ancora chiara.
Per approfondire:
Answers to EU questionnaire on data retention (16.09.2002).
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