Gli ispettori chiedono l'assunzione di 3.200 operatori di call center con contratto di progetto; ma alla fine vincerà Atesia.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 24-08-2006]
Prendi migliaia di ragazze e ragazzi, stipali in un palazzone a Cinecittà, mettigli una cuffia in testa e assegna loro dei turni rigidi con un preciso rotativo; digli cosa devono dire sempre a pappagallo a ogni chiamata delle centinaia che lo martelleranno ogni giorno, per 4-7 ore, con pause rigide, senza la possibilità di alzarsi se non chiedendo il permesso per una breve pausa al gabinetto; falli timbrare, affidali a un capoturno che li controlla da dietro e magari ascolta le loro chiamate.
Questi operai, pagati un piccolo compenso all'ora o a chiamata, con piccoli premi se piazzano qualcosa, che non possono stare a casa malati o avere permessi se non non vengono richiamati, possono essere definiti dei lavoratori autonomi anziché dei dipendenti?
E' quello che cercava fare la società Atesia, già di Telecom Italia, ora del gruppo Cos di Alberto Tripi. Ma gli ispettori del Ministero del Lavoro non sono di questa idea e ritengono che 3.200 operatori in contratto di progetto debbano essere assunti.
Questo accordo era stato duramente contestato dal Collettivo Precari Atesia perché ancora insufficiente; sempre il Collettivo aveva chiesto, inascoltato, di tenere un referendum sull'accordo. Intanto è arrivata la circolare del ministro Damiano che vieta l'ulizzo dei contratti a progetto per l'attività di operatore inbound dei call center, cioè dell'operatore che riceve chiamate per i numeri verdi di assistenza clienti o di prenotazione.
E' proprio su questa circolare che Atesia baserà il suo ricorso contro questa decisione degli ispettori del lavoro che vogliono imporre, anche il pagamento di contributi previdenziali arretrati.
E' difficile che Atesia subisca troppi danni in questo contenzioso: Tripi, che è anche un esponente di primo piano della Confindustria ed è molto vicino all'Ulivo e al premier Prodi (questa vicinanza a Prodi e alla Margherita è stata già oggetto di critiche da parte dell'ala sinistra della coalizione, Rifondazione e Pdci) ed è difficile che il ministro Damiano, che ci tiene ad avere un rapporto con la parte più dialogante e concertativa della Confindustria, non ne tenga conto.
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