Il minireattore a fusione del MIT

Il reattore ARC fornirà energia nucleare pulita e a costi bassi.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 03-09-2015]

MIT reattore arc fusione 01

L'hanno battezzato Reattore ARC, come quallo che alimenta l'armatura di Iron Man, ed è il sogno che gli scienziati inseguono da decenni: un reattore a fusione nucleare di dimensioni ridotte e perfettamente funzionante.

ARC sta per Affordable, Robust and Compact, ossia Conveniente, Robusto e Compatto: le caratteristiche ideali che il reattore deve avere perché la fusione possa iniziare a essere utilizzata; oltre a ciò, ovviamente, deve anche essere in grado di produrre più energia di quella che serve a tenerlo acceso, cosa che i suoi predecessori finora non sono riusciti a fare.

A progettarlo sono stati alcuni ricercatori del MIT, che l'hanno descritto con una pubblicazione su ScienceDirect.

A rendere possibile l'ideazione del reattore ARC è una recente novità nella tecnologia dei magneti, ossia la disponibilità di nuovi superconduttori, in particolare i superconduttori REBCO (REBCO sta per Rare-Earth Barium-Copper-Oxide, ossia Ossido di Ittrio-Bario-Rame), che permettono di generare potenti campi magnetici adatti al contenimento del plasma ad altissima temperatura; allo stesso tempo, grazie a questa soluzione non è più necessario che il reattore sia di proporzioni enormi.

Un reattore più piccolo è anche meno costoso e più rapido da costruire. In breve, per citare il professore Dennis Whyte, primo autore dello studio che descrive il reattore ARC, la possibilità di utilizzare questi superconduttori «cambia tutto».

Inoltre, «il campo magnetico molto più intenso permette di raggiungere prestazioni molto maggiori» come racconta Brandon Sorborn, coautore dello studio. «Ogni aumento del campo magnetico è un'enorme vittoria»: per esempio - spiega ancora Sorborn - raddoppiarne l'intensità significa ottenere prestazioni sedici volte superiori.

Grazie ai nuovi superconduttori non si riesce a produrre un raddoppio nell'intensità del campo magnetico, ma ciò che si ottiene è comunque sufficiente per aumentare di 10 volte le prestazioni rispetto all'utilizzo dei superconduttori tradizionali.

Al momento, il reattore a fusione più potente del mondo è (o dovrebbe essere) il gigantesco ITER, che è in costruzione in Francia: la spesa per realizzarlo è di 40 miliardi di dollari. Il reattore ARC sarebbe in grado di eguagliarne la produzione ma con un costo di molto inferiore e con dimensioni dimezzate.

MIT reattore arc fusione

I ricercatori non si sono sbilanciati sui costi, ma hanno invece calcolato che il reattore ARC così com'è stato progettato sarebbe in grado di produrre tre volte l'elettricità necessaria per tenerlo in funzione, e c'è ancora spazio per miglioramenti; il dottor Sorborn ritiene che si possa arrivare a trasformare quel tre in un sei.

Quanto ai tempi di realizzazione, secondo Whyte e Sorborn non dovrebbero essere biblici: il primo prototipo funzionante potrebbe essere pronto tra dieci anni.

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