Uber capirà se siamo ubriachi prima ancora che l'auto arrivi a prenderci

L'app distinguerà gli utenti ''in stato alterato''.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 12-06-2018]

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Causando un ormai noto ed enorme scontento nei tassisti, Uber ha trasformato la mobilità urbana dando la possibilità a chiunque di fornire un servizio di trasporto per le persone.

Gli autisti di Uber, perciò, sono persone comuni che magari partecipano giusto per arrotondare un po', ma non hanno l'esperienza di chi guida da anni ed è abituato ad avere a che fare con i clienti più diversi, da quelli tranquilli e silenziosi a quelli ubriachi fradici e distruttivi.

Per riuscire a capire in anticipo quale tipo di cliente un autista di Uber debba aspettarsi, ora l'azienda ha brevettato una nuova tecnologia che, facendo uso dell'intelligenza artificiale, prova a capire se chi richiede un passaggio sia in qualche modo alterato.

Il brevetto non parla esplicitamente dell'individuazione di clienti ubriachi o drogati ma si riferisce in generale a «stati insoliti» e alla «identificazione dello stato normale o anormale dell'utente», lasciando quindi capire chiaramente quale sia lo scopo di questa tecnica.

Gli algoritmi di IA vengono integrati nell'app di Uber e dal modo in cui questa viene adoperata stabiliscono le condizioni dell'utente.

Per esempio, se questi digita più lentamente rispetto al solito, o commette più errori di quanto sia abituale, o magari lascia cadere il telefono, allora il sistema conclude che il comportamento è "anormale" e che probabilmente la persona è intossicata.

Usando inoltre i dati sulla posizione e sulla presenza di eventuali bar e simili esercizi in zona, l'intelligenza artificiale corrobora o meno l'ipotesi.

A quel punto scatta la seconda fase. Se l'utente risulta in stato alterato, allora l'app si occupa di richiedere un autista con una certa esperienza, oppure decide di rifiutare la possibilità di condividere il viaggio con altri passeggeri, i quali probabilmente non gradirebbero trovarsi accanto un ubriaco.

In ogni caso, l'autista viene informato di quanto rilevato, e può così eventualmente decidere di rifiutare il servizio.

L'idea brevettata - che ancora non ha visto applicazione - ha già suscitato alcune proteste innanzitutto da parte dei paladini della privacy, i quali fanno notare come, per capire se un utente sia ubriaco o meno, il sistema abbia bisogno di raccogliere una gran quantità di dati personali relativi alle abitudini della persona in questione.

Altri hanno già rilevato come il sistema si presti ad abusi: autisti senza scrupoli potrebbero approfittare di persone in stato alterato o non completamente padroni di sé stesse.

In ogni caso è troppo presto per dire se e quando l'app di Uber inizierà ad offrire anche questo genere di servizi.

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