Faccia a faccia con Paolo Attivissimo

Intervista al famoso cacciatore di bufale.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 17-04-2003]

Paolo Attivissimo che tutti conoscono (lettori di Zeus News e non) come "cacciatore di bufale on line" ha accettato di rispondere a qualche domanda in merito a questa sua attività confessandomi - tra una risposta e l'altra - che c'è sempre qualcuno che si chiede se si chiami così per davvero: Attivissimo.

ZN: Il tuo " Servizio AntiBufale" per demistificare false notizie, notizie smaccatamente deformate dalla propaganda commerciale o politica, catene di sant'Antonio, truffe e pseudo truffe, sta incontrando un grande successo di pubblico e di critica: come te lo spieghi?

Paolo Attivissimo: Penso di aver avuto la fortuna di scoprire una nicchia rimasta scoperta nella Rete italiana. Anche se non mancano siti e newsgroup italiani sul tema, forse mancava un sito che raccogliesse in forma compatta le "bufale" più frequenti, in modo da consentirne la rapida consultazione.

Più in generale, credo che ci sia - soprattutto in questi giorni in cui i media "ufficiali" ci propongono spesso notizie incontrollate e addirittura vera e propria disinformazione creata ad arte per comprensibili scopi militari - un bisogno diffuso di avere qualche piccola certezza, o perlomeno un'occasione di verifica in più.

Oltretutto molti utenti stanno cominciando a capire adesso il potenziale (e il pericolo) dell'uso dell'e-mail per diffondere appelli e notizie (vere o false), e spesso inciampano, recando danni a sé stessi e spesso anche agli altri utenti. C'è poi anche la semplice curiosità: quante volte ci è capitato di ricevere un appello e di chiederci "chissà se è vero". Davvero si può salvare una bambina leucemica diffondendo un'e-mail con il suo appello?

Il Servizio AntiBufala permette quasi sempre di rispondere a questi dubbi. Dubbi di fronte ai quali spesso si risponde diffondendo l'appello perché "non si sa mai, e se fosse vero"; un meccanismo psicologico naturale e comprensibile, che però causa l'attuale intasamento delle catene di sant'Antonio.

ZN: Il proliferare di Bufale sulla Rete è motivo da parte di alcuni giornalisti professionisti della carta stampata per demonizzare Internet come fabbrica di disinformazione, tu cosa ne pensi?

Paolo Attivissimo: Parlando fuori dai denti, alcuni giornalisti professionisti farebbero bene a guardare in casa propria prima di sputare sentenze sulle informazioni altrui che circolano in Rete. Il clamore con cui è stata sbattuta in prima pagina la falsa foto delle "crepe" dello Shuttle Colombia è la classica dimostrazione del fatto che troppo spesso i cosiddetti "professionisti" non verificano adeguatamente le proprie fonti.

Del resto, molte delle più celebri bufale sono state diffuse proprio dai giornali: una per tutte, l'ormai mitico Craig Shergold, il "bambino col tumore al cervello". La cosa che mi dispiace è che errori madornali come questi potrebbero essere evitati semplicemente ricorrendo a una ricerca su Internet, solo che la maggior parte dei giornalisti non sa usare la Rete, che potrebbe essere il loro più grande alleato.

ZN: Mi sembra di cogliere, in alcuni tuoi articoli, un certo pessimismo sulle sorti dell'UMTS, che invece alcuni sostengono, dovrebbe diventare presto un media di massa nell'Italia, patria dei cellulari. E' così?

Paolo Attivissimo: Si, sono pessimista in proposito per una serie di ragioni. La prima è che ripetere il boom dei telefonini GSM è impensabile: all'esordio il cellulare era uno status symbol, un oggetto da possedere per poterlo esibire. Oggi, invece, possedere un telefonino è normale, quasi scontato, perché, diciamolo, al momento da esibire c'è ben poco.

I servizi sono ancora embrionali, e c'è il rischio di fare figuracce durante le dimostrazioni che chiederebbero amici e colleghi. Gran parte di quello che viene offerto dall'UMTS attuale è fattibile con i GSM di ultima generazione (foto, brevi videoclip, trasmissione dati a velocità dignitose). Forse le cose cambieranno quando la rete UMTS sarà a regime e potremo fare video chiamate e trasmissione dati alle velocità promesse: ma mi chiedo se ci sarà un mercato sufficiente per questi nuovi servizi.

Siamo tutti interessati a parlare, ma non tutti hanno l'esigenza di mandare file o di fare video chiamate. Molto, comunque, dipenderà dalla politica dei prezzi. Una tariffa "flat" UMTS potrebbe essere un concorrente per la banda larga nelle zone extraurbane non servite dall'Adsl. Invece di aspettare una linea Adsl che non arriverà mai, un utente potrebbe acquistare un cellulare UMTS e usarlo come modem a velocità quasi paragonabili a una linea Adsl.

ZN: Come giudichi la qualità della divulgazione informatica in Italia, confrontandola anche con la tua esperienza inglese? Quali limiti sui giornali e sull'on line?

Paolo Attivissimo: La qualità ha fatto passi da gigante, rispetto ad un passato in cui l'informazione informatica era divisa fra "fuffa patinata", discussioni sulla "filosofia della Rete" e incomprensibili manuali iper- tecnici. Ora è in gran parte paragonabile a quella degli altri Paesi europei, perlomeno nelle riviste specializzate (su quelle generaliste calo un velo pietoso).

Resta il fatto che l'informatica ha come lingua trainante l'inglese, e quindi qualsiasi paese che non parla questa lingua è per forza di cose costretto ad una sorta di "serie B". Le webzine sono molto più avanti rispetto alla carta stampata, perché sono meno condizionate dai vincoli economici e politici del mondo giornalistico. Non tutto è rose e fiori, ma il livello è più che soddisfacente.

ZN: Sei un apostolo del mondo del Software Libero, oggi se ne parla di più sui Media, ti sembra che lo si faccia in modo corretto ed adeguato?

Paolo Attivissimo: "Apostolo"? Santo cielo, che appellativo oneroso! Forse sarebbe più consono chiamarmi "servo sciocco"...A parte questo, la comprensione del software libero sta crescendo anche nei media generalisti, grazie anche alle campagne pubblicitarie di alcuni dei nomi più blasonati del settore (IBM in testa).

Credo che ora siano in molti a sapere che esiste un'alternativa al software chiuso, e che esiste una "cosa" chiamata Linux, e questo è già un grande traguardo. La percezione diffusa è che si tratti di cose da "smanettoni", non ancora utilizzabili dall'utente "normale". Ma credo che le nuove distribuzioni di Linux, e le nuove politiche commerciali di Microsoft, faranno cambiare parere a molta gente.

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pier Luigi Tolardo

Commenti all'articolo (5)

Paolo Av.
Attivissimo 4 president Leggi tutto
5-5-2003 21:19

Franco Nervo
Un nome, un programma Leggi tutto
2-5-2003 13:01

pikey
ma alla fine si chiama davvero attivissimo di cognome?
18-4-2003 21:00

Pier Luigi Tolardo
Perchè l'intervista? Leggi tutto
17-4-2003 14:53

PAOLO ATTIVISSIMO Leggi tutto
17-4-2003 10:14

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