Il centrodestra vuole limitare l'uso delle intercettazioni. Ma per salvare Berlusconi si potrebbe liberalizzare il favoreggiamento della prostituzione.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 27-09-2011]
Questa volta Berlusconi vuole andare fino in fondo e far approvare una legge che limiti l'uso delle intercettazioni da parte della magistratura e punisca duramente giornali e giornalisti che le dovessero pubblicare.
Adirato contro i pubblici ministeriche lo avrebbero «sputtanato» in tutto il mondo, in qualche modo legittimato perfino dal cardinal Bagnasco (che, se critica i suoi comportamenti immorali, non è tenero con l'uso massiccio delle intercettazioni, non sempre utilizzate in questo modo per altri casi più meritevoli), incriminato per aver egli stesso divulgato su un proprio quotidiano il contenuto, non penalmente rilevante, di una telefonata fra il suo avversario politico Fassino e l'allora banchiere dell'Unipol Consorte, Berlusconi vuole far approvare, in tempi brevi e a tappe forzate, la propria legge antintercettazioni.
A questo punto viene da chiedersi se non sia più opportuno e meno ipocrita da parte di Berlusconi e della maggioranza di centrodestra che lo sostiene, piuttosto che privare la magistratura di un importante strumento di indagine come le intercettazioni e comprimere la libertà di stampa, limitarsi a liberalizzare la prostituzione.
Diciamo meglio: oggi la prostituzione - illecito morale per i cattolici ma, probabilmente, anche per i laici - non è punita dalla legge.
Punito dalla legge è invece il suo sfruttamento o favoreggiamento, anche se questo non è ottenuto con la forza e la violenza (obbligando le donne, gli uomini o i trans che la esercitano con percosse e minacce, o trattenendo gran parte dei loro guadagni).
Oggi anche chi si limita ad affittare un alloggio a una prostituta - che, oltre ad abitarlo, vi riceva i propri clienti - o un taxista che trasporti una prostituta sul luogo di lavoro è punibile con arresto, carcere e sanzioni pecuniarie.
Si parla, sia chiaro, di liberalizzare la prostituzione per donne e uomini maggiorenni, regolarmente residenti in Italia.
Però per Berlusconi e i suoi sostenitori - ancora tanti, troppi - frequentare le prostitute è un comportamento assolutamente privato, penalmente non rilevante, politicamente ininfluente e socialmente non riprovevole.
Anzi, qualche volta - sempre secondo i seguaci di B. - tale comportamento sarebbe perfino innocuo se non meritevole sotto il profilo del relax (se svolto in casa e non sulle strade, perché altrimenti la Lega insorgerebbe). E allora chi procura le prostitute e chi mette in contatto "l'utilizzatore finale" e le "professioniste del piacere" perché dovrebbe essere punito e punibile?
Abbiano il coraggio, se non di istituire un "albo dei pappa", di sancire la non punibilità dello sfruttamento, almeno quando non è accompagnato da violenza.
A quel punto Lele Mora, Emilio Fede, Tarantini e la sua signora sarebbero di nuovo innocenti, e le intercettazioni di questi "signori" illegittime e impossibili.
Probabilmente questa legge vedrebbe il favore di molti italiani; non ci sarebbe il famoso e atteso «nuovo milione di posti di lavoro» ma le entrate di Tremonti crescerebbero, e magari il centrodestra potrebbe anche vincere di nuovo le elezioni.
Le intercettazioni, poi, sarebbero sempre quelle che sono, con buona pace di tutti.
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