Dopo Parmalat, indagare sull'Opa Telecom Italia

Nello scandalo Parmalat c'è, fino al collo e anche più giù, l'intero vertice di Capitalia, che è lo stesso dell'Opa di Colaninno su Telecom Italia.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 15-01-2004]

Più gli inquirenti vanno avanti nelle indagini su Calisto Tanzi, più vengono fuori le responsabilità della Banca Capitalia e del suo mitico Presidente Cesare Geronzi.

Capitalia è la banca italiana più esposta con Parmalat, tanto da destinare in bilancio, con una decisione di questi giorni, una cifra elevatissima per il rimborso degli obbligazionisti rimasti "fregati" a cui le obbligazioni fossero state rifilate da Capitalia. Pagheranno, ovviamente, in questo caso gli azionisti di Capitalia che sono spesso piccoli ed indifesi, come sempre.

Come si giustifica un'esposizione bancaria così alta con Parmalat da parte di Capitalia quando già da tempo la stessa Mediobanca non voleva sentire più parlare di Tanzi ed i conti erano quello che sta venendo fuori adesso?

Non basta, Tanzi sta cominciando a parlare (ormai non ha più niente da perdere): accusa Capitalia di averlo spinto ad acquistare la divisione latte della Cirio, anch'essa in stato fallimentare, a prezzi decisamente più elevati del suo reale valore e anche le acque minerali siciliane di Ciarrapico, l'editore di destra, da sempre amico di Geronzi.

D'altra parte i "rampolli" di Tanzi, Geronzi, Cragnotti, i loro "eredi" avevano costituito qualche mese fa una società per lo sfruttamento dei diritti televisivi delle loro attività calcistiche: Lazio e Parma.

C'è una singolare coincidenza che non dovrebbe sfuggire, però, neanche agli osservatori più distratti: il vertice di Capitalia è lo stesso che favorì e promosse la famosa Opa di Roberto Colaninno su Telecom Italia.

Infatti nel CdA di Capitalia chi c'è? Beh, oltre a Geronzi e al banchiere più giovane d'Italia, Matteo Arpe (39 anni) che allora promossero e gestirono l'operazione finanziaria dell'assalto a Telecom Italia c'è lo stesso Roberto Colaninno e poi Alfio Marchini, l'imprenditore edile romano, molto vicino alla sinistra, che raccomandò Colaninno all'allora Capo del Governo D'Alema.

Il risultato di quell'Opa su Telecom Italia fu un indebitamento colossale di Telecom Italia che la obbligò a non abbassare le tariffe, ad aumentare il canone, a ridurre l'occupazione, a peggiorare il servizio, un colossale trasferimento di ricchezza pubblica nelle mani private di pochi noti, i soliti noti, il "salotto cattivo" della finanza italiana.

Sarebbe bello se oggi, Camera e Senato, che hanno perso un intero anno dietro alle balle colossali di Igor Marini, oggi incriminato per calunnia per aver accusato il Papa di essersi preso le tangenti di Telekom Serbia, aprissero un'indagine sull'Opa Telecom Italia: i suoi protagonisti e le sue conseguenze perverse.

Non succederà niente di tutto questo: dispiacerebbe troppo non solo al Berlusconi amico di Geronzi ma anche al diessino Pier Luigi Bersani, grande amico e sostenitore di Colaninno, e su questo destra e sinistra andranno d'accordo.

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pier Luigi Tolardo

Commenti all'articolo (ultimi 5 di 8)

Stefano Cadeddu
Complimenti! Leggi tutto
22-1-2004 16:38

Giuseppe
I comici sanno più cose del fisco Leggi tutto
16-1-2004 23:18

akiro
parole sante Leggi tutto
16-1-2004 17:14

Freddy
Il debito pubblico... Leggi tutto
16-1-2004 02:39

Marina
Chiudere la stalla quando i buoi sono fuggiti... Leggi tutto
15-1-2004 17:16

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