Arriva la cavalleria... ma le vittime sono numerose

Il cripto-ladro è nella stampante e ruba un milione di dollari.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 25-06-2025]

bitcoin
Il resoconto delle transazioni sull'indirizzo bitcoin usato dai criminali

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Il cripto-ladro è nella stampante e ruba un milione di dollari

La cavalleria informatica arriva sotto forma di Karsten Hahn, capo ricercatore del malware presso la società di sicurezza informatica tedesca G Data Cyberdefense, che esamina il software di gestione della stampante messo a disposizione via Internet dal fabbricante e conferma che i file sono infetti con due virus differenti, nonostante le smentite dell'assistenza tecnica dell'azienda.

Hahn scarica il software su un computer isolato e sacrificabile, una cosiddetta sandbox, e identifica i virus in questione. Il primo è soprannominato XRed, esiste almeno dal 2019 ed è un virus di tipo backdoor, che registra insomma quello che viene digitato dall'utente, consente all'aggressore di farsi mandare file dal computer della vittima e di catturare immagini di quello che ha sullo schermo, offre una funzione di comando remoto e può elencare il contenuto di cartelle o interi dischi e cancellare qualunque file. Chiunque scarichi il software di questa stampante dal sito del suo fabbricante lo deve eseguire per poter stampare, ma eseguendolo autorizza e fa partire automaticamente anche il virus che è annidato al suo interno.

Il secondo virus è di un altro tipo: è un coinstealer o clipbanker, ossia un malware che tiene d'occhio la clipboard, cioè la memoria temporanea nella quale il computer tiene i dati quando si fa un copia e incolla, e aspetta che al suo interno compaia qualche sequenza di caratteri che somiglia a un indirizzo bitcoin. Quando la trova, la sostituisce con un altro indirizzo bitcoin. Questo malware ha la particolarità di infettare i file eseguibili di Windows ed è una variante nuova, che il ricercatore battezza SnipVex.

Ben trentanove dei file scaricabili forniti dal fabbricante della stampante sono infetti con questo o altri virus che hanno approfittato della situazione: è una cosiddetta sovrainfezione, che oltretutto va avanti da mesi indisturbata. Hahn rileva infatti che qualunque cliente della Procolored che abbia scaricato il software di gestione da ottobre del 2024 in poi ha ricevuto una versione infetta.

A questo punto dell'analisi il movente degli aggressori diventa chiaro: rubare criptovalute ai possessori di stampanti di questa marca. La loro tecnica consiste nell'infettare il software di gestione della stampante direttamente sul sito dove viene fornito dal fabbricante, perché la stragrande maggioranza degli utenti si fiderà di questa fonte rassicurante e ignorerà gli avvisi dell'antivirus, spianando la strada all'infezione del proprio computer.

Il malware a questo punto si metterà in attesa che l'utente faccia una transazione in bitcoin su quel computer infetto, la intercetterà e sostituirà le coordinate originali con quelle di un indirizzo bitcoin gestito dai criminali. In questo modo la vittima manderà soldi ai malviventi ogni volta che farà un pagamento in criptovalute.

Potreste pensare che sia improbabile che un computer al quale è collegata una stampante speciale per stoffe venga usato anche per fare transazioni in criptovalute, ma in realtà è proprio chi può permettersi una stampante che costa svariate migliaia di dollari che ha più probabilità di avere liquidità e quindi di operare anche nelle criptovalute. E ai criminali per avere successo basta che ci sia anche una sola persona o azienda in questa situazione che si fa infettare. Il fatto che per derubare quella singola vittima infettino centinaia o migliaia di altri utenti che non fanno movimenti in criptovalute per loro non è un problema. Sono criminali: per definizione non vanno per il sottile e non si fanno scrupoli morali.

E infatti Karsten Hahn, il ricercatore di sicurezza tedesco, trova nel malware l'indirizzo bitcoin sul quale confluiscono i soldi sottratti alle varie vittime. Usando il sito Blockchain.com e il fatto che le transazioni in bitcoin sono per definizione pubbliche e consultabili, rivela che su quell'indirizzo sono arrivati 9,3 bitcoin, provenienti da circa 160 vittime. Al cambio attuale, il maltolto ammonta in totale a poco più di un milione di dollari.

La tecnica dei criminali, insomma, ha funzionato. Resta solo una domanda: come hanno fatto i criminali a infettare il fabbricante.

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Se l'antivirus vi avvisa di un pericolo, è il caso di fidarvi

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Paolo Attivissimo

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Commenti all'articolo (ultimi 5 di 11)

La cosa bella di leggersi un articolo sulla sicurezza informatica è ritrovarsi tra un paragrafo e l'altro dei banner pubblicitari che rimandano a siti truffa per la rivendita a prezzi scontatissimi di utensili per il fai da te. Per la serie che vuoi evitare il pacco e ti becchi il contropacco.
26-6-2025 06:29

Anche questo è possibile, se ci saranno sviluppi forse lo sapremo.
2-6-2025 18:46

Dimentichi la regola d'oro del truffatore: quando il colpo si materializza, tu sei già altrove... Per quanto ne sappiamo la società può essere alla frutta da tempo, se non addirittura nata proprio come specchietto per le allodole (qui direi più beccaccini, visto come li hanno impallinati...).
2-6-2025 18:32

In effetti lo avevo pensato anch'io ma ci sono due aspetti che mi fanno venire il dubbio. Se vendi stampanti da 6.000 $, ora non so quante ne vendi, ma sabotare il tuo business per questo mi sembra poco furbo soprattutto in un paese in cui, e qui veniamo al secondo aspetto, se ti beccano con le mani nella marmellata non ti mandano in... Leggi tutto
2-6-2025 18:30

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