La Repubblica Popolare Cinese può accedere ai dati degli utenti in qualsiasi momento.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 17-06-2025]
Numerose app per VPN disponibili sugli store di Apple e Google hanno stretti legami con aziende cinesi e stanno causando più di qualche preoccupazione per quanto riguarda la privacy. Secondo il rapporto del Tech Transparency Project, che ha sollevato il problema, 13 app sull'App Store di Apple e 11 sul Play Store di Google sono collegate, direttamente o indirettamente, a società cinesi; alcune di queste sono associate a Qihoo 360, un'azienda già sanzionata dagli Stati Uniti per presunti legami con l'esercito cinese. Tra le app citate ci sono Turbo VPN, VPN Proxy Master, Thunder VPN, Snap VPN e Signal Secure VPN (nota bene: non è affiliata all'app di messaggistica Signal).
Il problema sta nel fatto che la legislazione cinese obbliga le aziende a condividere i dati degli utenti con il governo su richiesta. Ciò significa che le informazioni personali, inclusa l'attività di navigazione, potrebbero diventare senza preavviso accessibili a Pechino. È evidente come questa possibilità rappresenti un rischio significativo per gli utenti, soprattutto considerando che le VPN vengono spesso usate proprio per proteggere la privacy e aggirare censure, come quelle imposte dal Great Firewall cinese. Il rapporto evidenzia che alcune di queste app, come Snap VPN, sono sviluppate da entità come Autumn Breeze Pte, che nascondono connessioni con Qihoo 360 attraverso complesse strutture societarie.
Nonostante le segnalazioni, Apple e Google non hanno ancora rimosso la maggior parte di queste app. Solo due delle cinque app identificate in un precedente rapporto di aprile 2024, Thunder VPN e Snap VPN, sono state eliminate dall'App Store; altre rimangono disponibili senza avvertenze per gli utenti. Questa apparente inerzia sta attirando numerose critiche Apple e Google: i due colossi tecnologici non paiono troppo solerti nel voler agire nonostante i termini di servizio degli store vietino esplicitamente quelle pratiche che compromettono la privacy. Apple e Google d'altra parte traggono profitto da queste app, spesso gratuite ma con pubblicità o abbonamenti: viene da chiedersi se il motivo del mancato intervento stia qui.
Chiunque voglia dotarsi di una VPN è caldamente invitato a verificare attentamente gli sviluppatori e le politiche sulla privacy prima di scaricare qualsiasi app. Vanno preferiti servizi con sede in Paesi con leggi solide sulla protezione dei dati, come ExpressVPN o Proton VPN, che adottano politiche no-log e tecnologie come il kill switch per garantire maggiore sicurezza. Non è necessariamente vero che un software gratuito sia peggiore o più losco di un software a pagamento; ma nel caso delle VPN può esporre a rischi anche seri l'affidarsi a offerte troppo allettanti, il cui modello di business non è chiaro.
Chi stesse usando una delle VPN sospette farà bene a disinstallarla immediatamente e optare per alternative affidabili. Rimane la speranza che la supervisione degli store digitali riesca a fare quel salto di qualità necessario per proteggere gli utenti.
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