[ZEUS News - www.zeusnews.it - 17-06-2025]
Da qualche mese a questa parte le smart TV italiane sono state invase da emittenti non autorizzate: queste sfruttano una vulnerabilità tecnica e normativa della tecnologia HbbTV (Hybrid Broadcast Broadband TV) per occupare spazi liberi nella numerazione dei canali, senza seguire le procedure di autorizzazione previste. Le emittenti "pirata" si inseriscono nelle posizioni vuote del telecomando, trasmettendo contenuti via Internet senza bisogno di concessioni formali o gare pubbliche, come invece richiesto per i "broadcaster" tradizionali.
HbbTV è uno standard europeo che combina le trasmissioni via digitale terrestre con i contenuti in streaming e consente alle smart TV connesse a Internet di ricevere flussi video senza la necessità di un segnale terrestre tradizionale. Il problema sta nel fatto che questo "canale ibrido" permette a chiunque di aggirare i controlli, inserendo flussi video su numeri di canale (LCN) non occupati. Tali canali, sebbene spesso posizionati in punti meno centrali della numerazione, attirano comunque un pubblico sufficiente per generare introiti pubblicitari; inoltre evitano di rispettare gli obblighi regolamentari come il pagamento di concessioni o il rispetto di vincoli di programmazione.
L'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AgCom) ha deciso di non intervenire con durezza ma ha adottato un approccio prudente e non impone l'oscuramente immediato dei canali pirata. Punta invece alla stesura di nuove linee guida per regolarizzare queste emittenti, in linea con il Regolamento UE 295/2023 sui servizi audiovisivi via web. AgCom ha anche avviato una consultazione pubblica per definire i criteri di accesso, con l'obiettivo di tutelare il pluralismo e il funzionamento del mercato televisivo. Allo stato attuale, però, la situazione evidenzia una lacuna normativa che permette a questi operatori di agire indisturbati, sfruttando la natura aperta di HbbTV.
Tutto ciò, d'altra parte, non è un fenomeno nuovo. Già nel 2014, Forbes segnalava che HbbTV poteva essere sfruttato per attacchi Man-in-the-Middle, consentendo a malintenzionati di iniettare codice malevolo o accedere a dati sensibili, come username e password, senza che l'utente se ne accorgesse. Nel 2017, il ricercatore Rafael Scheel dimostrò come, usando un trasmettitore DVB-T da 150 dollari, si potesse prendere il controllo delle smart TV tramite HbbTV, compromettendo anche le reti domestiche.
Gli utenti che volessero proteggersi da questi rischi possono generalmente disattivare HbbTV nelle impostazioni della propria smart TV, spesso accessibili da menu come Generale o Canali. Tuttavia, questa scelta comporta la perdita di funzionalità interattive come quelle offerte da RaiPlay o Mediaset Play, che dipendono da HbbTV per servizi come la catch-up TV o lo streaming in 4K.
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jack.mauro