I fatti che dovrebbero cambiare il mondo

Comprendere le emergenze del nostro presente e del nostro futuro: dalla lotta contro il digital divide a livello mondiale alla battaglia per garantire la privacy dei cittadini.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 15-03-2005]

50 fatti

"50 fatti che dovrebbero cambiare il mondo" si intitola il libro della giornalista inglese e produttrice della BBC Jessica Williams, edito da Ponte alle Grazie di Firenze; ma forse avrebbe dovuto intitolarsi meglio "50 fatti che devi conoscere se vuoi cambiare il mondo". Cinquanta emergenze politiche, sociali, culturali, economiche, contemporanee di cui bisogna prendere coscienza perché ne va del nostro diritto alla libertà, alla privacy, alla salute, alla democrazia e quello degli altri cittadini di questo piccolo villaggio globale che è sempre più il nostro mondo. Prenderne coscienza per agire e per tentare di risolvere i problemi.

Un approccio pragmatico, non ideologico, molto basato sulla realtà fattuale: dal fatto che, ogni anno, due milioni di bambine subiscono la mutilazione dei genitali, al fatto che a Washington ci sono sessantassettemila persone impiegate nelle lobby, centoventicinque per ogni membro del Congresso, che ci dimostra come la democrazia della più grande potenza del mondo rischi di essere soffocata dagli interessi delle grandi corporation e invita a informarsi su chi finanzia chi, su chi prende i soldi, ma anche a muoversi per i propri diritti e a fare lobby per gli interessi dei più deboli.

Ci sono fatti che passerebbero inosservati: le automobile uccidono nel mondo due persone ogni minuto, ma lo fanno principalmente nei Paesi in via di sviluppo, costituendo un fattore di miseria per le centinaia di migliaia di famiglie colpite dalla perdita del reddito principale, in Paesi senza strade e senza scuola guida.

Oppure fenomeni culturali: "L'America spende ogni anno dieci miliardi di dollari in pornografia, la stessa cifra che investe in aiuti all'estero", con la drammaticità di dover difendere la libertà di espressione sul Web da chi, prendendo a pretesto la pornografia, vuole reprimere i diritti di parola e di manifestazione del pensiero.

Viene descritto un fenomeno: "La gente riconosce più facilmente gli archi dorati di McDonald's che la croce cristiana" oppure "Quasi 26 milioni di persone hanno votato alle elezioni politiche generali britanniche nel 2001. Più di 32 milioni di telespettatori hanno votato per i concorrenti della prima stagione televisiva di Pop Idol".

Uno dei capitoli più interessanti è quello in cui si prende in esame il fatto che più del 70% della popolazione mondiale non ha mai udito lo squillo di un telefono, ricchissimo di dati: "Gli utenti di Internet sono circa seicento milioni nel mondo, solo il 10% della popolazione mondiale, quasi il 90% risiede nei Paesi industrializzati e il 27% negli Stati Uniti. In Africa, meno dell'1% della popolazione, circa ottocento milioni di persone, possiede un computer".

Vengono esaminati i vantaggi che potrebbero derivare anche da Internet, per lo sviluppo economico e sanitario anche dei Paesi sottosviluppati, l'esperienza del Simputer indiano, utilizzabile anche da chi ha una bassa scolarità. In un capitolo breve ma denso il problema del digital divide, a livello globale, viene descritto in tutta la sua drammaticità.

Un altro capitolo importante con molti dati che provengono da Privacy International è quello sul fatto che un cittadino inglese viene ripreso da telecamere a circuito chiuso fino a trecento volte al giorno. "In un solo giorno, un londinese potrebbe aspettarsi di essere ripreso da più di trecento telecamere installate in più di trenta diversi sistemi di videosorveglianza. Sono migliaia quelle che sorvegliano le linee della metropolitana, duecentocinquanta nella sola stazione di Waterloo, più di quarantamila telecamere installate nelle strade della Gran Bretagna."

Sono telecamere che si rivelano difficili da gestire dagli operatori, poco adatte e poco utili alla stessa sicurezza. Il problema viene allargato dal tema della videosorveglianza a quello più generale delle leggi anti-terrorismo del dopo 11 settembre, con i rischi per la libertà di tutti. Dalla possibilità che il dato della nostra navigazione su siti che parlano di malattie cardiache possa essere passato alla nostra società assicuratrice alla realtà che, già oggi, due milioni e cinquecentomila britannici sono stati registrati nella banca del DNA. Lo spettro delle società totalitarie crollate nei Paesi dell'est, con gli archivi di organizzazioni come la Stasi, la polizia segreta della Germania comunista, allarma anche le nostre società democratiche.

C'è poi il caso delle carte di fidelizzazione per gli acquisti, descritte nel capitolo "I supermercati europei conoscono i loro clienti meglio dei governi". Si descrive il caso di una grande catena di supermercati che ha consegnato all'Fbi i dati sui propri clienti; l'Fbi ha creato un profilo dei consumi del presunto terrorista, in base agli acquisti che avevano fatto gli attentatori delle torri gemelle dell'11 settembre. Vengono presentate le azioni che sviluppa il movimento Caspian, attivo negli Stati Uniti, nella lotta alle carte fedeltà e altre raccolte di informazioni da parte dei commercianti.

Scheda
Titolo: 50 fatti che dovrebbero cambiare il mondo
Autore: Jessica Williams
Editore: Ponte alle Grazie
Prezzo: 14 Euro

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Pier Luigi Tolardo

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