Si è conclusa - lontano dal clamore e dalla lente d'ingrandimento dei media nazionali, ma molto seguita dalla stampa locale - la quarta edizione dell'hackmeeting italiano, svoltasi nel CSA Auro di Catania.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 27-06-2001]
Clima sociale e seminari partecipatissimi (tenutisi per la prima volta in successione senza accavallamenti) sono stati i due punti forza di un'esperienza che, sebbene abbia fatto registrare un leggero calo nel numero dei partecipanti rispetto alle passate edizioni, non si può che definire molto ben riuscita.
La scelta di non avere un gateway verso l'esterno, insieme alla scelta di non svolgere i seminari e i dibattiti in parallelo, ha contribuito a cementare un ottimo clima sociale fra chi già era ben disposto in quel senso, avendo pagato un alto pedaggio per arrivare e soggiornare a Catania. Questo, peraltro, è stato ampiamente ripagato dal conoscere magari per la prima volta la cucina locale, il mare e la bella gente che si trova in Sicilia.
Parte dei seminari e degli incontri erano di carattere di alfabetizzazione e formativi su svariati argomenti (Linux, freenet, crittografia, protocolli, sicurezza, ecc.), e hanno visto un pubblico fra l'interessato e l'estasiato, costretto in molti casi a seguire il tutto via rete locale in streaming audio per via della sala corsi piena all'inverosimile, malgrado fosse di medie-grandi dimensioni. Grande successo anche tra i seminari di carattere più di dibattito (su reddito e lavoro, censura, accessibilità, ecc.), durante i quali era impressionante la volontà di tutti i partecipanti nel voler "dire la propria" o comunque nel voler riportare una personale esperienza.
Dall'Assemblea finale, per la prima volta, si sono proposte due piazze per la prossima edizione e - segnale un po' preoccupante - soprattutto nel caso di Bologna (l'altra è Torino) senza nessun "collettivo" che farebbe da supporto, ma solo alcune, seppur note ed eccellenti, individualità.
Non mi è piaciuto sinceramente un gergo tecnicista e autocompiacente, che sta prendendo forma e che mal si concilia con la sbandierata volontà di condivisione del sapere; ma non è certo questo di cui dobbiamo preoccuparci in questo momento.
Dopo Genova niente sarà più come prima, dentro e fuori i "movimenti", anche telematici; se da una parte fanno orrore i preparativi di difesa del G8 (fatti di contraeree, bare di plastica e traslochi di popolazioni carcerarie), dall'altra viene da domandarsi come mai si tentenna alle proposte di affiancare - anche grazie alla telematica - iniziative di dissenso verso un vertice che prevarica addirittura la legittimità fantoccia degli organismi internazionali politici come l'ONU.
Eppure non si dovrebbe commettere l'errore di sottostare alla scelta della controparte sul terreno di scontro delimitata così precisamente da fasce urbane di vario colore - così come si potrebbe approfittare di strumenti mediatici come quello del netstrike di espressione del dissenso: questi fortunatamente sono lontani dagli scenari di sangue che ultimamente ci vengono proposti nelle contrapposizioni di piazza.
"Sarebbe bello" se milioni di persone dimostrassero al mondo intero la contrarietà a questo vertice, attraverso un atto politico come lo è quello di un netstrike, bloccando simbolicamente per qualche ora le vetrine web del G8; importante sarà anche la ricaduta mediatica e il dibattito visibile a tutti/e nelle chat di coordinamento del netstrike stesso.
Gli hacker italiani che hanno scelto di non chiudersi nel proprio tecnicismo ma di rapportarsi con la realtà delle cose sono riusciti a inventarsi dei virus mediatici: questi si sono propagati efficacemente non solo nelle nicchie alternative telematiche, ma trasversalmente nella cosiddetta società civile.
E' stato sbalorditivo, dovendo passare da Roma per raggiungere comodamente Catania, all'andata leggere nel quotidiano distribuito gratuitamente sui mezzi pubblici della capitale ["Leggo Roma" appunto] la pubblicizzazione dell'hackit01, e al ritorno vedere la volontà dei tifosi della Lazio di fare un netstrike contro il sito del Comune, a loro avviso "troppo complice dei festeggiamenti dei rivali di curva".
"Sarebbe bello" se un virus mediatico autoreplicantesi via Sms, un netstrike o una nuova invenzione degli hacker nostrani, comunque efficace se effettuata da una gran massa di persone e quindi espressiva di una forza politica, fosse sufficiente a far saltare il G8.
Ma ...forse... non sarà così; e allora i vampiri di questa società, gli stessi che non si fermano davanti ai milioni di morti per fame e aids, gli stessi che decidono sopra le nostre teste uragani climatici ed economici, gli stessi che criminalizzano i netstrike e qualsiasi altra forma di espressione politica quantunque pacifica, saranno questi vampiri ad avere la meglio e a essere disposti a qualsiasi nefandezza per il mantenimento dello stato di cose presenti.
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