Bisogna ricordare che per l'Autority per le Comunicazioni, invece, sia valida la separazione amministrativa e divisionale: a questa l'ex monopolista si dovrà adeguare, dopo i casi di pressioni su clienti che erano passati ad altro gestore. Questo perché non c'è una norma europea o italiana che possa obbligare Telecom Italia alla separazione in due società (Rete e Mercato).

Un'ipotesi di questo tipo avrebbe i suoi precedenti nella decisione dell'allora Garante per la Concorrenza Giuliano Amato, che obbligò l'appena costituita Telecom Italia a scindere la sua Divisione di Telefonia Mobile, che pure era separata contabilmente, dando vita alla Tim.

Cosi è stato, recentemente, in occasione della liberalizzazione del mercato dell'energia elettrica: l'Autority, diretta da Tesauro, ha obbligato l'Enel a diventare una Holding in cui la Produzione è separata dalla Distribuzione; oppure, pensiamo alla recente riorganizzazione delle Fs, con la separazione fra Rete e TrenItalia.

A questo punto per Telecom Italia diventerebbe naturale la ricollocazione del presidio della clientela residenziale in Atesia e della clientela business nella neocostituita divisione per le aziende e la trasmissione dati (Data.Com). Le attività Internet e servizi d'informazione (Info12) potrebbero trovare collocazione nella Seat di Pelliccioli che ha appena incorporato Tin.it e che ha la sua mission storica nel settore degli elenchi telefonici.

Non sarebbe comunque una vicenda semplice per i problemi dell'indebitamento di Telecom Italia ma, a questo punto, riprenderebbero quota ipotesi finora accantonate: per esempio, l'ingresso di un colosso straniero come i tedeschi di Dt o la General Electric, che si era fatta viva un anno fa attraverso l'ex Presidente di Stet Ernesto Pascale.