Più che di un'indiscrezione si è trattato di una vana speranza.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 30-12-2025]

Negli ultimi giorni ASUS è stata al centro di una serie di indiscrezioni riguardanti un suo presunto ingresso nel mercato della produzione di chip di memoria. Diffuse inizialmente da fonti regionali e poi riprese da diversi siti internazionali, le voci suggerivano che l'azienda taiwanese stesse valutando la costruzione di una propria fabbrica per la produzione di DRAM e altri componenti integrati. Secondo queste ricostruzioni, il progetto avrebbe potuto concretizzarsi già nel 2026, con l'obiettivo di ridurre la dipendenza dai principali produttori globali.
Le indiscrezioni citavano un presunto piano industriale che avrebbe previsto l'acquisizione di competenze e infrastrutture necessarie per avviare una linea produttiva autonoma. Le voci si inserivano nell'ormai noto contesto di forte tensione nel mercato della memoria, caratterizzato da un aumento significativo dei prezzi dei moduli DDR 5 e da una riduzione dell'offerta dovuta alla crescente domanda del settore dell'intelligenza artificiale. Alcuni analisti avevano ipotizzato che ASUS potesse tentare di mitigare gli effetti della crisi intervenendo direttamente nella produzione.
In effetti proprio la situazione del mercato ha svolto la funzione di amplificatore per queste notizie non verificate, la cui fonte peraltro non è mai stata indicata chiaramente da alcuno. Com'è di dominio pubblico, i principali produttori di memoria — Samsung, SK Hynix e Micron — hanno concentrato gran parte delle loro risorse sulla produzione di chip destinati ai data center e ai sistemi di IA, riducendo la disponibilità di moduli per il settore consumer. Questa dinamica ha portato a un aumento dei prezzi all'ingrosso e al dettaglio, con incrementi fino a quattro volte rispetto ai livelli precedenti.
In questo scenario, l'ipotesi di un ingresso di Asus nel mercato DRAM è stata interpretata da alcuni osservatori come una possibile risposta strategica alla scarsità di componenti. Il produttore taiwanese avrebbe in questo modo tentato di garantire maggiore autonomia alle proprie linee di laptop e schede madri, riducendo l'esposizione alle fluttuazioni del mercato globale. Tuttavia tali ipotesi non erano supportate da dichiarazioni ufficiali e si basavano su fonti anonime o non verificate.
La situazione è cambiata quando la Central News Agency di Taiwan ha contattato direttamente Asus per ottenere chiarimenti. L'azienda ha risposto negando in modo netto qualsiasi piano di investimento in una fabbrica di wafer o in una linea produttiva dedicata alla memoria. La dichiarazione ufficiale ha confermato che Asus non ha intenzione di entrare nel settore della produzione di DRAM e continuerà invece a collaborare con i fornitori esistenti, adattando le specifiche dei prodotti in base alla disponibilità di mercato. Chi sperava di poter acquistare PC Asus con memorie DDR 5 a prezzi accettabili dovrà convivere con la sua delusione.
Asus non si è limitata a definire infondate le notizie relative alla costruzione di una nuova fabbrica per le RAM; ha anche sottolineato che l'azienda rimane focalizzata sul mercato consumer e non ha certamente piani per avviare attività di produzione di chip, un settore che richiede investimenti miliardari e competenze altamente specializzate. Qualora Asus decidesse ora di costruire una fabbrica per i chip di memoria, sicuramente non sarebbe in grado di avviare una produzione su scala commerciale già nel 2026.
L'intera vicenda ha il merito di aver evidenziato la fragilità della catena di approvvigionamento della memoria. Aggravata dalla domanda crescente del settore IA, la crisi dei chip ha portato numerosi produttori di PC a rivedere i propri listini. Alcune aziende hanno annunciato aumenti di prezzo legati proprio alla scarsità di moduli DRAM, mentre altri brand hanno ridotto la produzione di modelli entry-level per concentrarsi su fasce di mercato più redditizie.
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