Spesso ci si lamenta dello scarso interesse dei giovani per la politica, eppure nel Web frequentato anche e soprattutto da giovani si trovano diversi forum dedicati a quest'argomento, e gli utenti possono intervenire confrontando le diverse opinioni.

Molti politici si stanno accorgendo che oltre ai tradizionali mezzi di comunicazione come giornali, radio e televisione anche Internet può rappresentare un'importante vetrina che assicura una certa visibilità. Già nel 1996 si cominciò a parlare di e-democracy, quando il numero di siti Web dei candidati alle elezioni politiche americane registrò un primo picco record. È stata quindi la volta del 1998 e del 2000, ma senza grandi rivoluzioni.

La consacrazione si è avuta quest'anno, in occasione delle elezioni americane di novembre, caratterizzate da campagne elettorali combattute anche via Web. Una di queste ha visto come protagonista il democratico Tony Sanchez, che ha corso per la poltrona di governatore del Texas.

Questo candidato ha puntato su una rete di microcomputer, collegati a una banca dati online attraverso un network wireless: i suoi volontari hanno intervistato gli elettori sui temi caldi, ne hanno trascritto le risposte sui palmari e le hanno trasmesse al quartier generale per pubblicarle via intranet. Il sistema consentiva anche di interagire con gli elettori e di informarli, via sms sul cellulare, della sede del proprio seggio.

Sanchez ha creato anche un sito destinato alla stampa, alcuni siti minori centrati sulle problematiche delle piccole comunità del Texas, una pagina per rispondere agli attacchi dei suoi oppositori e diversi siti per le lobby che lo hanno supportato.

La strategia di Sanchez nella campagna via Internet è stata, secondo il sito Slate, la migliore delle elezioni del 2002. Questa minuziosa organizzazione non gli ha impedito di essere sconfitto dal rivale repubblicano, Rick Perry. Quest'ultimo, però, è stato costretto a copiargli diverse iniziative online e anche altri candidati di altri Stati lo hanno seguito a ruota.

Il repubblicano Jeb Bush, ad esempio, fratello maggiore di George W., ha uno dei migliori siti Web di tutto il Paese e negli ultimi mesi, per la rielezione a Governatore della Florida, ha sollecitato i suoi simpatizzanti a diventare volontari online per la sua campagna. In Illinois, invece, il presidente della Camera Dennis Hastert ha messo insieme un gruppo di persone, per coordinare una campagna online nelle 72 ore precedenti il giorno del voto.

In generale, i candidati repubblicani alla Camera hanno utilizzato Internet più di quelli democratici, trovando vie più creative per attirare gli elettori sui rispettivi siti e convincerli a votare per loro.

Le ultime elezioni americane sono state vinte proprio dai repubblicani, ma sarebbe improprio attribuirne la causa al migliore utilizzo di Internet. Si può dire, però, che la Rete è diventata un mezzo irrinunciabile in campagna elettorale.

Nel panorama del Web italiano ci sono diversi siti che parlano di politica, basta andare ad esempio all'indirizzo la-politica.net o chivoto.it. Quest'ultimo offre ai candidati la possibilità di effettuare sondaggi, pubblicità e campagne elettorali via Internet.

Le nuove tecnologie, dunque, stanno entrando nella vita politica ma la vera rivoluzione, probabilmente, ci sarà quando diventerà possibile esprimere il proprio voto direttamente via Web. Per il momento si tratta di un'ipotesi difficilmente realizzabile; ci sono, però, opportunità più concrete da sfruttare: Internet può garantire l'interazione tra il politico e i suoi elettori che possono manifestare in maniera diretta le diverse problematiche e avvicinare i cittadini alla cosa pubblica.

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