Le diavolerie elettroniche non sono accessibili? Riconvertiamole!
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 24-01-2003]
Primo episodio: Mauro è indeciso su quale orologio da polso comprare. Quello normale, ore-minuti-secondi, costa 10 euro. Quello un po' sofisticato, con cronografo, 20 euro. Mauro è un po' taccagno, così opta per il primo. Ma qualcosa non lo convince: erano troppo simili tra di loro... Così, tornato a casa, lo smonta, estrae il meccanismo, e trova sotto il quadrante di plastica i ceppi per le lancette del cronografo e, all'interno della cassa, i tasti per azionarlo. Con una leggera pressione del dito su uno dei tasti, i ceppi cominciano a girare. E' un cronografo, camuffato da orologio normale.
Secondo episodio: a Maria cade il cellulare. Dopo le imprecazioni di rito, una rapida verifica dei danni. Sul display appare la scritta "Azionare il vibra-call?". Maria seleziona "Yes", e per tutto il giorno il suo telefono, anziché squillare fastidiosamente, le vibra nel taschino, con sua grande soddisfazione, non solo fisica. Il commendator Cagazza, il titolare dell'azienda per cui Maria lavora, è contento perché nessuno, alla riunione, ha fatto squillare il cellulare. Riacceso il telefonino la mattina dopo, Maria cerca di selezionare di nuovo il vibra-call, ma le riesce impossibile. E dire che Maria può tranquillamente annoverarsi tra i superfighi delle macchine elettroniche. Consultando il manuale, scopre che questa funzione non rientra tra le caratteristiche del suo XRJK13, ma il modello XRJK14, quello acquistato anche dal commendator Cagazza, ne è ovviamente provvisto. Ovviamente, l'XRJK14 costa 200 euro in più.
Terzo episodio: cosa ci fa Franco, operatore di vendita ed assistenza macchine per ufficio, nascosto dentro lo sgabuzzino delle scope? E' una storia lunga: tempo fa, Franco stava assemblando due Pc. Il cliente Tizio lo voleva un po' risparmioso, con l'hard disk da 10 Gbyte, Caio invece lo richiedeva più fighetto, almeno da 20 Gbyte. Franco osservò i due dischi, boh! A parte l'etichetta, sembravano uguali... Dopo una settimana Tizio lo chiamò per una riparazione. Franco aprì il case, sostituì la schedina di rete difettosa e... l'etichetta dell'hard disk: era quello da 20 Gbyte! Rapida occhiata alle Disk Properties: 10 Gbyte totali.
Ma Franco non trovò mai né il tempo né il coraggio per compiere questo piccolo imbroglio. Così, a distanza di due anni, mentre Caio varca la soglia del suo negozio, cerca invano di nascondersi. Caio lo vede, pensa "E' matto!" e lo fa uscire. Franco esce con le mani sulla testa: è una resa senza condizioni. Sorpresa: qual è il motivo della visita di Caio? Complimentarsi con lui per l'ottimo PC fornito: in due anni nessun problema. E l'hard disk da 20 giga? Una scheggia.
Quarto episodio: Microsoft fa uscire X-Box: è un computer un po' datato camuffato da console per videogames. Basta qualche ritocco, ed ecco un pc Linux perfettamente funzionante. Peccato che chi lo fa rischia di trovarsi un avvocato della Microsoft sul pianerottolo, alla faccia del diritto inviolabile di proprietà.
Sono piccoli episodi, divenuti così frequenti nella nostra vita, da non stupirci, né tantomeno indignarci. Eppure la sostanza è più o meno questa: nelle produzioni tecnologiche di massa, la differenziazione della produzione costa. Per cui è più conveniente produrre 100 prodotti alti di gamma piuttosto che 50 alti e 50 bassi. Ma il mercato di vendita vuole la differenziazione, quindi collocare 100 prodotti allo stesso prezzo non conviene.
La soluzione è applicare delle differenze virtuali, semplicemente disabilitando funzioni, capacità, potenzialità. Intendiamoci, tutto ciò è perfettamente legale, ma rimane la sensazione di essere stati un po' truffati.
Il telefonino di Maria costa, poniamo, 250 euro. Ciò significa che con 250 euro Maria ha soddisfatto il produttore e tutta la catena di intermediari che giungono fino a lei. Il commendator Cagazza ha acquistato un identico apparecchio, con il software di gestione un po' diverso, ma l'ha pagato 450 euro, nello stesso negozio e nello stesso periodo. Quindi gli sono stati chiesti 200 euro in più rispetto al giusto prezzo. E nemmeno Maria se la passa bene, visto che ha comprato, al giusto prezzo, una macchina che non può sfruttare al pieno delle sue possibilità, e questo solo perché il comm. Cagazza non si senta preso in giro.
Come al solito ci troviamo di fronte alla lesione del principio di concorrenza: se ci fosse un competitore serio di questo ipotetico produttore di telefonini, venderebbe un modello analogo al XRJK14 a 250 euro, per mettere in difficoltà il concorrente e sottrargli quote di mercato. Ma questo non avviene perché (e siamo alle solite) c'è un cartello tra i produttori.
E quando c'è un cartello, il prezzo non è determinato dai costi di produzione, ma da quanto il consumatore è disposto a pagare per un prodotto. Questo non è il problema più grave della nostra società, mi rendo conto. Ma se passa questo ragionamento, dove si potrà arrivare? Al punto che le cose necessarie dovranno essere a pagamento, ed appannaggio di pochi. Pensiamo a beni che oggi sono gratuiti, ma che un giorno potranno non esserlo: l'aria pulita, l'acqua pulita, il sole, la libertà.
Che cosa possiamo fare noi, adesso? In accordo con la filosofia open source, smascheriamo queste truffe, sveliamo i trucchi per abilitare le funzioni latenti degli apparecchi, diffondiamo informazioni ed howto per convertire gli orologini in cronografi, per sfruttare appieno le prestazioni dei componenti dei Pc, siano hard disks o altro.
Chiunque abbia suggerimenti, segnalazioni di truffa tecnologica (meglio se fornita di patch per risolverla), o qualunque cosa, ci scriva. Costituiremo una banca dati per ostacolare (legalmente) i cartelli, questi giganti dai piedi di argilla.
Basterà? Non lo so. Ma si può provare: le rivoluzioni, quelle belle, pacifiche, risolutive, nascono dal basso.
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