Sostiene di essere il legittimo inventore e che Autostrade Spa gli avrebbe scippato l'idea.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 04-11-2014]
Se si visita il sito di Autostrade per l'Italia si scopre che il Tutor - il sistema che rileva la velocità media delle auto - è stato inventato 10 anni fa.
A chi si deve l'invenzione? Ad Autostrade Spa, naturalmente, o così lascia intendere il sito.
Tuttavia c'è qualcuno che contesta la paternità. Anzi, armato di brevetto, chiede alla società un risarcimento per avergli "scippato" l'idea.
Si chiama Romolo Donnini e afferma di essere il creatore del software Sicve, ossia quello alla base del sistema Safety Tutor.
La richiesta del brevetto per tale invenzione risale al 1999; vi si descrive un sistema che identifica le targhe delle auto e misura la velocità media tra due postazioni, utilizzando raggi luminosi per l'operazione.
Donnini presenta la propria soluzione ad Autostrade, ma l'idea non viene accolta. Poi, nel 2004, la società lancia il Tutor.
«Nel 2004» - ha spiegato Donnini al Corriere della Sera - «Polizia stradale e Autostrade annunciano di aver inventato e brevettato un rivoluzionario sistema di rilevamento della velocità media (Sicve) per il controllo dei veicoli. Cioè la stessa invenzione brevettata da me. Anche Autostrade ha presentato domanda di brevetto, una pedissequa copiatura, camuffata con la specificazione di una componente secondaria».
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Tale «componente secondaria» è costituitai dai sensori, che nell'invenzione di Autostrade sono posti sotto l'asfalto.
Venuto a conoscenza di ciò, Donnini cerca di giungere a un accordo con Autostrade chiedendo 1,5 milioni di euro; la società però gli offre 150.000 euro, e così inizia la causa per contraffazione del brevetto.
La guerra legale va avanti per anni e nel 2008 vi entra anche la Alessandro Patanè Srl, cui la società di Donnini concede la licenza d'uso del brevetto.
Patanè sporge querela per aggiotaggio, turbativa d'asta, truffa e contraffazione; Atlantia, la società di Autostrade che gestisce il Tutor, sporge una controquerela affermando, pur avendo ritirato il proprio brevetto, che le due invenzioni sono differenti.
Ora i due contendenti stanno aspettando il 3 dicembre, giorno in cui compariranno davanti al Tribunale di Roma, chiamato a decidere se a Donnini e Patanè spettino i 7,5 milioni di euro chiesti come risarcimento.
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Maary79