Il teatro di Puricinella

Una vera farsa, la storia di Telecom. Una storia tutta italiana e che purtroppo si ripete.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 11-04-2007]

apparecchio telefonico

Tronchetti Provera non c'entra, è solo uno degli attori di questa recita. Copre il suo ruolo ma via lui sarebbe un altro, la trama e il teatro non cambierebbero di molto. "Governo deciso a intervenire" assicura d'Antoni, sottosegretario allo Sviluppo Economico. E ribadisce: "Ha sempre avuto questa intenzione, ma prima di agire aspetta di ricevere indicazioni dall'Authority per le telecomunicazioni in merito allo scorporo della rete Telecom." Scorporo che -si apprende- dovrebbe avvenire secondo il modello inglese, separando cioè la gestione della rete telefonica dalle attività commerciali.

Sostanzialmente è il solito truschino all'italiana, con un dirigismo economico ammantato di perbenismo istituzionale; e, quel ch'è peggio, si ipotizza una soluzione che ha già dato risultati nefasti nell'ambito delle comunicazioni ferroviarie, col risultato che oggi gli utenti non sanno più chi ringraziare per lo sfascio dei trasporti su rotaia né per l'aumento insostenibile delle tariffe.

In Giappone, il gestore ferroviario si scusa formalmente con l'utenza se nell'arco di un anno i treni hanno complessivamente accumulato oltre due minuti di ritardo; nel bel paese, sopprimono i treni senza neanche avvertire l'incauto acquirente del biglietto di viaggio. Morto un treno, se ne farà un altro; l'importante è arrivare, cioè più o meno come in India all'epoca di Kipling.

Vuol dire che, dopo aver pagato salate penalità ai concorrenti d'oltreoceano (penalità ovviamente da riassorbire tra le perdite d'esercizio negli anni a venire e quindi a carico delle tasche dei futuri clienti) non sapremo neanche più chi ringraziare per i disservizi di telefonia.

Già oggi le responsabilità vengono palleggiate tra il gestore e gli appaltatori della manutenzione e installazione i cui prezzi e tempistica, detto per inciso, non rispecchiano affatto il concetto di essenzialità del servizio di TLC ma sono assimilati al rialzo a quanto richiesto da un qualsiasi artigiano metropolitano.

Domani ci sarà ancora da divinare se il disservizio sarà da ascrivere al gestore delle linee o al mancato finanziamento per il rinnovo, alla strapagata dirigenza che non sa dirigere neppure le cose di casa sua o all'indifferenza o disonestà degli impiantisti.

Con i costi di gestione, e quindi di mercato, a crescere in via esponenziale, senza possibilità di un vero confronto sulla base di precise regole di mercato giacché la concorrenza non esiste e mai esisterà finché regnerà sovrano un certo modo di concepire il mercato.

Intendiamoci, nessuno potrebbe allietarsi se le telecomunicazioni finissero in mani estranee, sia pure a livello europeo; e per tutta una serie di motivi. Ma si dia spazio allora a una vera e dichiarata politica protezionistica di stampo francese, dove lo sciovinismo transalpino in materia energetica l'ha avuta vinta e senza troppa fatica; ancora recentemente, in barba alle pretese dell'Enel che pure scioccamente aveva scoperto con troppo anticipo le sue carte, ma anche e soprattutto in barba alle regole che dovrebbero regolare il mercato nell'ambito della Comunità.

Invece ancora una volta ci troviamo con un governo di serie B che sin dall'inizio ha scelto di giocare in difesa, catenacciaro e con battitore libero a spazzare l'area con rinvii alla sperindio; e se decide di affacciarsi oltre la metà campo, sembra sperare nella solita melina e in un arbitraggio casalingo che consenta un tiraccio piazzato invece di una manovra corale di tutta la squadra.

Ovviamente, sarebbe sperare troppo; manca la squadra, manca l'allenatore, manca la volontà di giocare. Che il dio delle meline ce la mandi buona.

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Commenti all'articolo (1)

{VERITAS}
Alla ricerca della fedeltà perduta Leggi tutto
12-4-2007 14:27

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