Per chi si chiama fuori dalla logica dei massimi fornitori di contenuti, un motore di ricerca non nuovo ma semplificato nella veste grafica e rinnovato nelle funzioni.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 14-06-2007]
Ask è un nome storico per l'informatica e più d'uno ricorderà forse un programma che, prima dell'avvento di internet e dei suoi motori di ricerca, permetteva di indicizzare stringhe alfanumeriche all'interno di un testo ed anche di relazionarle tra di loro.
Forse si tratta di una resurrezione, forse è invece soltanto una coincidenza, fatto sta che c'è -ed è una bella novità- un nuovo motore di ricerca, snello e abbastanza "intelligente" da affinare i criteri di ricerca invece di proporre un ventaglio di soluzioni tra cui l'utente possa vagare alla ricerca di quanto fa al suo caso.
Ask.com, già da tempo sul mercato come motore di ricerca, ha appena migliorato le routine del programma; cosa che gli permette di integrare le richieste relative a immagini, video e altro con alcune informazioni in qualche modo collegate, in modo da fronteggiare meglio la domanda crescente degli utenti che trovano troppo limitativo il semplice formato testo.
Ask espone i risultati su tre finestre, aperte ovviamente da un provvedimento brevettato. Morph sta nel cuore del sistema ed è il programma che studia la richiesta, ne analizza i contenuti espliciti e impliciti e decide a quale categoria di interessi si possa proporre una soluzione. Le tre finestre servono rispettivamente a presentare il risultato della ricerca, a proporre una o più immagini relative o video e altre soluzioni esplicative.
Secondo Jim Lanzone, direttore generale di Ask.com, la soluzione proposta dal suo gruppo equivale a effettuare la ricerca su una decina di motori alla volta, avendo a disposizione un intelligente decisionale che vada a scegliere la risposta più pertinente. Il sistema tende a favorire la gerarchizzazione della ricerca stessa senza andare a scomodare il linguaggio booleano.
Peccato che -almeno per ora- il nuovo motore di ricerca funzioni soltanto negli Stati Uniti, tuttavia le varie versioni nazionalizzate non si faranno attendere. Sempre più utenti manifestano l'intenzione di abbandonare Google e le sue troppe comodità; pur se ultimamente i suoi dirigenti hanno promesso all'Ue di restringere la conservazione dei dati personali a "soli" 18 mesi anziché 24, il che certo non risolve il problema nonostante gli "apprezzamenti" appena espressi da Bruxelles.
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