Google si butta nella mischia delle frequenze dei cellulari

Il gigante americano si prepara all'assalto delle reti wireless: parteciperà all'asta per l'attribuzione della banda dei 700 MHz, investendo almeno 4,6 miliardi di dollari.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 25-07-2007]

Le telefonia mobile ad alta velocità fa gola alla casa di Mountain View che tuttavia teme la concorrenza dei pesi massimi già sul mercato. intenderebbe Google partecipare alle prossime aste negli Stati Uniti per l'attribuzione delle frequenze wireless, investendovi non meno di 4,6 miliardi di dollari, ma ponendo precise condizioni di salvaguardia per gli investimenti stessi.

In primo luogo, le licenze eventualmente rinnovate in capo agli attuali gestori dovrebbero consentire agli utenti di scaricare e usare applicativi di loro libera scelta connettendosi, indipendentemente dall'apparecchio in dotazione, a una qualunque rete tra quelle raggiungibili.

Secondariamente, Google vorrebbe che i grandi concessionari fossero obbligati a cedere in subconcessione una parte della rete a prezzi d'ingrosso, per consentire ad altri operatori di proporre servizi di connessione a una propria clientela; e, per finire, la possibilità per tutti i provider internet e per tutti gli altri operatori di telefonia di connettersi a un qualsiasi punto di accesso alla rete wireless.

L'ambizione dichiarata di Google sarebbe di porsi quale terzo incomodo tra i grandi operatori AT&T e Verizon, strappando loro per legge o tramite l'antitrust una quota importante di mercato; le eventuali variazioni della normativa esistente dovranno farsi entro il 3i luglio.

Da qui la lettera con la quale, mettendo nero su bianco, il management di Google si è indirizzato direttamente alla Federal Communications Commission chiedendo di essere ammessa all'asta per l'attribuzione delle frequenze sulla banda di 700 MHz, liberate a seguito dell'adozione della televisione digitale.

A favore della proponente gioca la tecnologia acquisita e ottimizzata durante questi ultimi anni, tanto che ormai si parla con insistenza di un innovativo Google Phone sino alla copertura gratuita in tecnologia Wi-Fi di diverse grandi città americane.

Altri fiori all'occhiello sono rappresentati da chilometri e chilometri di fibra ottica stesa anche su lunghe distanza e l'acquisto ormai solo da definire di connessioni veloci tra New York e altri grossi centri della costa orientale, come pure assai più di un interessamento a Freeva, un'azienda californiana in notevole sviluppo che potrebbe concorrere a fornire Wi-Fi gratuitamente ad alta velocità tra vari Stati, anche coast-to-coast.

Anticipandone in qualche modo le mosse, le grandi dell'Internet e della telefonia si sono già mosse contro il gigante di Mountain View, chiedendo all'antitrust di vietare a Google di partecipare all'asta per l'assegnazione delle frequenze; quella di Google pare una battaglia difficile da condurre in porto, poiché ha sinora nel settore della telefonia un peso economico assai limitato.

Ovviamente Microsoft non sta a guardare; sul finire della scorsa settimana ha lasciato filtrare la notizia secondo cui - in joint venture con JiWire - intenderebbe offrire a tutte municipalità degli States un collegamento wireless gratuito, che si finanzierebbe con la pubblicità in rete.

Sempre seguendo la strada tracciata da Google, Microsoft ha comunicato i nuovi indirizzi adottati circa la protezione dei dati personali; diciotto mesi di permanenza massima nel data base e separazione garantita tra i dati e le informazioni relative alla navigazione, che verranno usate a parte a fini commerciali.

Resta da vedere se le buone intenzioni, per altro espresse in misura minimale dai due giganti dell'internet, non siano da attribuire unicamente all'approssimarsi delle scadenze giudiziarie in tema di posizione dominante, rispettivamente di fronte al Mercato Comune Europeo e il l'Ufficio Federale alla concorrenza per le note vicende di acquisizione di aQuantive e DoubleClick.

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