Big Brother Awards 2018: da Google ad Amazon, tutte le peggiori minacce per la privacy



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 11-06-2018]

BigBrother awards 2018 italia

Sono stati consegnati lo scorso 8 giugno i Big Brother Awards (BBA) Italia 2018, i premi che annualmente segnalano chi più ha danneggiato la privacy nei precedenti 12 mesi.

L'evento s'è tenuto a Bologna, nella Biblioteca Salaborsa, in occasione del convegno e-privacy 2018 ed è stato organizzato dal Centro Hermes per la trasparenza e i diritti umani digitali insieme ad altri partner.

Oggigiorno, in uno scenario in cui gli usi e gli abusi dei dati che ognuno conferisce quando utilizza un servizio online sono di dominio pubblico, i Big Brother Awards sono particolarmente importanti, perché ci ricordano come, al di là delle bell parole, troppe aziende fanno un uso disinvolto delle informazioni di cui entrano in possesso.

Ciò è ancora più vero poiché la maggioranza dei cittadini digitali sembra ormai convinta che parlare di libertà e diritti civili in Rete sia un esercizio retorico e ripetitivo e che il tecnocontrollo sociale sia ormai la realtà da accettare ed alla quale è inutile opporsi.

Nonostante questa atmosfera cupa, i BBA sono una iniziativa seria ma realizzata con allegria; tutti i BBA sono infatti permeati anche dalla voglia di divertirsi, non certo per sdrammatizzare la situazione, ma perché - come sostengono gli organizzatori - «fare le cose con allegria aiuta a farle bene».

I Big Brother Awards 2018 sono stati assegnati in diverse categorie "negative", ossia nelle quali s'è distinto chi maggiormente ha minacciato la privacy, e in una positiva, in cui il vincitore s'è naturalmente distinto nel senso opposto.

La prima categorie è Rischio Tecnologico: il premio viene assegnato alla nuova tecnologia più rischiosa per i cittadini digitali.

I tre vincitori a pari merito sono Amazon AWS IoT Services, Google Cloud IoT e Particle Industries, Inc, tutte aziende che guidano il mercato della fornitura di servizi cloud per l'Internet delle Cose (IoT).

Per sviluppare questi servizi, le aziende analizzano gi enormi flussi di dati generati dagli oggetti IoT con tecniche di Big Data Analysis e Deep Learning, riuscendo a creare profili normali/psicografici dei possessori di uno o più oggetti IoT.

L'analisi di questi flussi di dati conferisce un potere di profilazione e tecnocontrollo maggiore di quello oggetto dell'affaire Facebook/Cambridge Analitica. Un potere enorme, che può essere limitato, anzi autolimitato, solo dalle condizioni di servizio decise unilateralmente dai fornitori di servizi stessi; tuttavia, tutti questi fornitori non pubblicizzano molti particolari su questo aspetto.

«Considerando che qualsiasi limitazione che il fornitore si imponesse autonomamente comporterebbe la perdita di un affare estremamente redditizio» - concludono i giudici dei BBA - «ci si può domandare se delle autolimitazioni verranno poste in essere in futuro».

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