Virus nelle immagini Jpeg, l'ultima frontiera

E' di questi giorni la notizia di un virus che utilizza normalissime immagini Jpeg quale sistema di trasporto da un computer all'altro. Gli esperti di sicurezza non sembrano preoccupati, ma solo per il momento.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 17-06-2002]

L'idea di visualizzare una comunissima immagine Jpeg sul nostro computer e ritrovarci vittime di un virus è difficile da accettare: se non altro, perché fino a questo momento i files non eseguibili sono sempre stati considerati oggetti "inerti", incapaci, per loro natura, di intraprendere azioni di qualsiasi natura (eccezion fatta per i documenti Word o similari, contenenti macro-virus: ma si tratta di un ambito molto differente).

Secondo gli esperti di sicurezza non c'è troppo da preoccuparsi: è ancora così. Un virus recentemente individuato, battezzato W32-Perrun, si nasconde effettivamente nei files Jpeg, ma è in grado di agire esclusivamente se "risvegliato" da una sua seconda componente, a sua volta già attiva nel computer sul quale l'immagine viene visualizzata. E' ovvio che questa deve raggiungere il computer vittima con mezzi diversi dalle immagini Jpeg: allo scopo potrebbe rivelarsi più che sufficiente sfruttare uno dei bachi presenti in alcuni noti prodotti ed utilizzare la posta elettronica quale veicolo rapido e, come l'esperienza tristemente insegna, terribilmente efficace.

Ma quale può essere lo scopo di un virus che, per agire, necessita che pervengano sullo stesso computer due componenti distinte? Ad esempio, utilizzare il codice trasportato dalla componente Jpeg come un plugin: un medesimo virus potrebbe essere dotato di molti differenti plugins, ciascuno programmato per compiere azioni peculiari e, eventualmente, diverse da quelle di tutti gli altri. E' evidente che ciò sarebbe facilmente causa di una certa confusione sulle caratteristiche del virus stesso e ne renderebbe più difficoltosa l'identificazione.

Se poi venissero utilizzate tecniche di steganografia per nascondere i plugins nelle immagini senza alterarne significativamente l'aspetto, per un software antivirus diventerebbe estremamente arduo intercettarli: oltretutto il medesimo plugin virale potrebbe essere trasportato da molte diverse immagini scelte a caso nell'infinità circolante in Rete.

E non è difficile immaginare applicazioni diverse dal virus vero e proprio: la tecnica descritta potrebbe essere sfruttata dai produttori di spyware per contrabbandare il loro software senza inserirlo direttamente nei programmi che ne fanno uso, dove sarebbe certamente più individualbile.

Ma il virus W32-Perrun, in grado di colpire solo macchine Windows (come il nome suggerisce) e tutto sommato inncouo, potrebbe anche essere un esperimento, un tentativo di percorrere nuove strade: insomma, il precursore di una svolta più o meno prossima nelle strategie adottate dai virus coders.

Ancora una volta si conferma la necessità di non abbassare mai la guardia.

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