I fornitori di accesso a Internet iniziano a limitare Voip e peer to peer.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 28-02-2006]
Gli utenti più fedeli di Skype se ne sono accorti da tempo. Il noto programma per la comunicazione via voce tramite Internet, comunemente chiamata Voip, pare avere qualche difficoltà. A differenza di quanto accaduto finora, infatti, durante le comunicazioni accade sempre più frequentemente di avvertire rumori strani, disturbi e lunghe pause di silenzio.
Niente paura, è un problema risolvibile. Basta convincere il nostro Internet Service Provider (il fornitore dell'accesso a internet) a eliminare il problema.
E' un problema, sia ben chiaro, non un guasto. Una società americana di nome Sandvine sta lanciando sul mercato dei fornitori di accesso a Internet delle soluzioni per "gestire" le connessioni peer to peer; in altre parole, significa che se all'Isp non piace ciò che stiamo facendo con il nostro accesso a Internet può decidere di rallentarci la connessione, limitatamente all'operazione che stiamo svolgendo. Per esempio, se stiamo utilizzando BitTorrent oppure Skype, il provider può rallentarne le prestazioni, mantenendo inalterata la velocità di navigazione o lo scaricamento di file tramite Ftp.
Prendiamo ad esempio il funzionamento di BitTorrent, che poi non è dissimile da come si comporta lo stesso Skype. I dati non vengono trasmessi inizialmente da un server centrale ma da un qualsiasi utente, che a un certo punto decide di condividere un file. Non appena il file viene ricevuto da un secondo utente, anche quest'ultimo comincia a condividerlo inviandolo sulla rete, e quindi le connessioni in upstream diventano due. In poco tempo diverranno quattro, e così via fino ad avere un numero elevatissimo di utenti che trasmettono dati sulla rete, mentre le connessioni Adsl e una certa architettura di accesso a Internet sono in realtà dimensionate per far soltanto ricevere dati a elevate velocità a tutti gli utenti, dati abitualmente trasmessi da server centrali con connessioni dedicate.
Tutto ciò ha causato un enorme aumento di traffico e quindi dei costi per i provider, che si sono ritrovati costretti ad aumentare le prestazioni delle proprie reti e dei propri nodi per mantenere inalterata la qualità del servizio offerto. Utilizzando gli strumenti offerti da Sandvine, invece, i fornitori di accesso a Internet possono ridurre o addirittura sopprimere tutte le connessioni peer to peer qualora raggiungano una soglia critica per la propria rete, permettendo così ai protocolli che richiedono meno banda (come l'Http utilizzato per la navigazione web) di funzionare con prestazioni inalterate senza ampliare le strutture di rete.
Il sistema sonda il traffico instradato dai nodi della rete e riconosce i dati generati, ad esempio, dal Voip o dal peer to peer. Una volta che la quantità di traffico identificato come Voip o come peer to peer in genere abbia raggiunto una soglia prefissata, il provider può decidere di impedire nuove connessioni o addirittura di rallentare le prestazioni di tutte quelle già stabilite.
Tutto ciò ufficialmente vuole impedire che ci sia disservizio per gli utenti che non usano il peer to peer; ancora una volta il traffico peer to peer viene devinito "cattivo" e viene limitato per evitare sovraccarichi di rete. Ma questa tecnologia può anche essere utilizzata per riconoscere tra loro i vari pacchetti Voip, quindi può permettere all'Isp di rallentare i dati degli operatori concorrenti e di instradare con prestazioni più elevate i propri dati. L'utente potrebbe scoprire che Skype in realtà non funziona così bene e che, al contrario, l'offerta Voip del proprio provider, disponibile per pochi euro al mese, sempre per fare un esempio, funziona benissimo.
In Italia alcuni provider, come per esempio Libero, hanno già cominciato a sfruttare questo genere di tecnologia, presentando le limitazioni di fatto imposte al cliente come una "policy per il corretto utilizzo della banda larga". Ci auguriamo che un simile comportamento non diventi una regola del settore e che al cliente siano assicurati, sotto l'attenta sorveglianza dell'Authority per le Telecomunicazioni, tutti i servizi per cui paga le tariffe più alte d'Europa.
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