Secondo un professore americano, avere una grande idea non significa essere in grado di gestire una società, come anche Mark Zuckerberg dimostra.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 12-01-2013]
Di solito, all'inizio del nuovo anno si compilano classifiche su coloro che sono stati i migliori nei rispettivi campi, o su quei prodotti o avvenimenti che si sono distinti in maniera particolare.
Ci sono però anche altre classifiche che, invece di elencare i migliori, esibiscono i coloro che si sono comportati peggio nei 12 mesi appena trascorsi.
Il professor Sydney Finkelstein del Dartmouth College ha pubblicato la terza lista annuale coi peggiori amministratori delegati del 2012.
Per compilare la lista, il professor Finkelstein ha considerato tre fattori: le prestaizoni finanziil comportamento rearie dell'azienda; fino a che punto l'amministratore delegato si è comportato responsabilmente; la leadership strategica e la gestione dell'azienda.
Al primo posto c'è Brian Dunn, che in aprile si è dimesso da CEO di Best Buy, la famosa catena americana di prodotti elettronici; le dimissioni sono dovute alle voci circa una presunta relazione di Dunn con un'impiegata molto più giovane di lui. Nei mesi le azioni hanno perso di valore, e la catena ha perso quote di mercato.
Al secondo posto c'è Aubrey McClendon, CEO di Chesapeake Energy; secondo le indiscrezioni, McClendon avrebbe utilizzato con disinvoltura i fondi aziendali, e avrebbe adoperato le risorse della compagnia per fini personali.
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Terza in classifica c'è Andrea Jung, ex CEO di Avon (ha lasciato in aprile), che non è riuscita a risolvere i problemi organizzativi dell'azienda e ha rifiutato un'offerta da 10,7 miliardi di dollari avanzati dalla Coty che, in retrospettiva, avrebbe dovuto accettare.
Il quarto posto spetta a Mark Pincus, CEO di Zynga, l'azienda famosa per giochi come Farmville; le azioni sono scese del 75% e secondo Finkelstein Pincus ha commesso degli errori, come legare la propria azienda troppo strettamente a Facebook e rinunciare a 16 milioni di azioni, segno di scarsa fiducia nel futuro dell'azienda.
Il quinto e ultimo posto della classifica spetta a Rodrigo Rato, fino a luglio amministratore delegato della spagnola Bankia; ora è sotto indagine per frode, mentre Bankia segna una perdita di 3 miliardi di euro.
Ci sono poi due altri CEO che non sono riusciti a entrare in classifica, ma hanno ottenuto una speciale menzione di disonore. Uno è Mark Zuckerberg, CEO di Facebook, incluso a causa del suo «ego gigantesco», mentre l'altro è Andrew Mason di Groupon, tacciato insieme a Zuckerberg di immaturità (il caso della felpa è emblematico, secondo il professore). «Non c'è ragione di credere che abbiano le capacità di gestione necessarie a condurre una grande azienda pubblica».
Nello spiegare come mai gli amministratori di azienda tanto famose siano entrati in classifica, Finkelstein spiega: «Puoi essere un imprenditore eccezionale, ma questo non significa che tu possa essere un grande CEO».
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