Per competere con Android e iPhone, Palm elimina le barriere sinora imposte ai progetti open source.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 13-10-2009]
Fino a poco tempo fa, Palm aveva imposto alcuni paletti per il suo ultimo nato WebOs, successore del mai compiuto Palm Os 6 Cobalt basato su Linux, limitazioni che di fatto tagliavano fuori l'inserimento di applicazioni open source nel proprio App store.
Ora l'azienda, per riuscire a far concorrenza all'enorme numero di applicazioni disponibile nell'Android market, ha finalmente aperto e pubblicamente incoraggiato lo sviluppo di applicazioni a sorgente aperto.
Questa notizia è particolarmente interessante perché, oltre aggiunge una vera concorrenza nel mercato degli smartphone, dove ora c'è Google con il suo Android che è open source "per modo di dire". Google infatti è un grande utilizzatore di software open source, ma alla community - da cui tanto ha preso e prende - dà poco indietro. Quanto agli altri concorrenti, l'iPhone mette un po' in ombra il solido e del tutto open Maemo di Nokia.
Nei prossimi anni assisteremo probabilmente a una più o meno rapida morte di Symbian e Windows Mobile, a fronte di un fiorire di Android e di WebOs.
Meno facile è la previsione per il Maemo di Nokia, ben più anziano dei suoi concorrenti, che recentemente sta subendo una spaccatura nel suo sviluppo. Da un lato Nokia, avendo acquistato le librerie Qt, sviluppa in Qt (e ha fatto accordi poco chiari con Microsoft); dall'altro la storica community sviluppa tutt'ora in Gtk+.
Infine è facile ipotizzare una lenta caduta nell'oblio di quella miriade di sistemi basati su Linux che hanno pionieristicamente indicato una via ai giganti (Linux-based pure loro) di oggi.
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