La politica italiana non sopporta più la Rete

Il 2010 potrebbe vedere la politica italiana ridimensionare Internet in modo mortale.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 30-12-2009]

silvio berlusconi papa re sovrano caimano

Il 2009 è stato un anno nero per molti versi, ma anche per le prospettive future della Rete in Italia. Nel 2009 ci sono stati gli annunci mirabolanti del ministro Brunetta, secondo cui avremmo perfino abolito il certificato medico cartaceo, perché il medico di famiglia lo avrebbe inviato on line all'Inps e al datore di lavoro.

Ma il governo non è riuscito a trovare 800 milioni di euro per abbattere il digital divide in Italia, dove siamo indietro almeno di dieci punti percentuali rispetto alla situazione europea in fatto di diffusione dell'accesso a Internet in banda larga, fra le famiglie italiane.

In compenso, nonostante la decisione degli ultimi giorni di promuovere un codice di autoregolamentazione fra le categorie interessate (provider, piattaforme blog, editori) per evitare la diffusione della violenza in Rete, i politici italiani hanno già deciso che ne hanno abbastanza di Internet.

Ne hanno abbastanza di Internet perché, secondo loro, la Rete è solo il regno di pedofili, venditori di sesso, violatori del copyright, distruttori dell'industria nazionale dell'audiovisivo e poi soprattutto violenti, potenziali attentatori di papi e di premier, apologeti del crimine, diffamatori, calunniatori, sovversivi e nemici del dialogo sulle riforme.

In Iran solo grazie ai blog (milioni di giovani iraniani ne tengono uno) la società civile si autorganizza contro la repressione brutale del regime teocratico. Ma per Bondi, Maroni, Gasparri, Carlucci, Schifani il pericolo è rappresentato da Facebook, dai forum anonimi, dai siti di download libero.

Se prima gli attacchi erano riservati a Indymedia e a pochi siti alternativi no-global, oggi non ce n'è per nessuno, da Facebook a Google; perfino i nemici giurati delle toghe rosse si trasformano in giustizialisti che plaudono e invocano la mano dura dei magistrati.

Per la poltica italiana, soprattutto quella governativa, il modello sembra essere la Bielorussia di Lukashenko, in cui un Centro Anticriminale di Prevenzione spia e sospende qualsiasi attività in Rete che non piaccia al regime.

Il nuovo decreto che il governo bielorusso sta presentando in questi giorni decreto è volto a "eliminare l'anarchia su Internet", come ha dichiarato lo stesso Alyaksandr Lukashenko. Il decreto prevede la registrazione dei mezzi di comunicazione di Internet e l'identificazione degli utenti, compresi i clienti degli Internet café, nonché il blocco dei siti web estremisti.

Il documento prevede anche che i fornitori di Internet siano responsabili dei contenuti e della diffusione di informazioni da parte degli utenti. Anche gli operatori di rete mobile potrebbero vedersi annullare la licenza per colpa di eventuali "Sms sovversivi".

E' possibile che il nostro governo, notorialmente il più anticomunista dell'Europa Occidentale, possa assumere come modello in fatto di governance della Rete la politica dell'ultimo governo comunista dell'Est? Speriamo che il 2010 porti migliori buoni consigli ai nostri governanti.

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Pier Luigi Tolardo

Commenti all'articolo (ultimi 5 di 31)


Libertà di accesso alla e di uso della Rete Leggi tutto
5-1-2010 10:51

Imprenditore, non manager. C'e' una certa fattualita', parte da 0 euro piu' o meno e arriva a un patrimonio considerevole. Ci arriva con tanti punti interrogativi, vero, ma ci arriva. Ora se la misura del successo imprenditoriale e' il fatturato e l'utile e' indubitatamente un grande imprenditore. Se di imprenditore dai una... Leggi tutto
5-1-2010 10:24

berluska intelligente? Leggi tutto
5-1-2010 10:02

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