Le informazioni digitali non sempre rispecchiano la realtà. Come è possibile gestirle?
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 27-05-2014]
Vi siete mai trovati di fronte alla descrizione su Internet di una persona (o di un'azienda o di un'orga- nizzazione) che realmente conoscete o con cui avete collaborato? Quanto di ciò che avete letto rispecchia la realtà?
Sono domande, che se non direttamente, anche inconsciamente ci siamo fatti un po tutti. E' inverosimile il lifting digitale che può essere messo in atto in questo ambito.
Nell'era in cui l'immagine la fa da padrone, il web raccoglie contenuti rappresentativi dei vari soggetti che spesso poco si sposano con la realtà delle cose. Eppure, un primo screening di giudizio viene fatto utilizzando le informazioni presenti in internet.
Ciò porta in prima battuta a escludere realtà (ormai poche a dire il vero) che non hanno una presenza digitale attiva, dall'altro a pompare l'immagine di chi, particolarmente attento al fenomeno, ne cura gli aspetti, ma spesso con informazioni al limite della decenza.
C'era un tempo in cui l'identità era rappresentata da un numero telefonico e un indirizzo; oggi però con l'avvento di internet, dei social media, del cloud, l'identità (o per meglio dire la digital identity) è diventata molto complessa da gestire.
Ogni nostro accesso al web, ogni nostra azione è monitorata, gestita e archiviata, al fine di produrre informazioni strutturate da poter commercializzare.
Non a caso le maggiori società del web fanno business principalmente con la segmentazione, la strutturazione, l'analisi e la vendita delle informazioni raccolte attraverso i servizi forniti gratuitamente all'utente finale.
La raccolta di informazioni è effettuata a tutti i livelli dal primo stadio di connessione, fino all'ultimo servizio utilizzato nel web. Le tecniche utilizzate a tal scopo sono molteplici ma tutte hanno il solo scopo di acquisire informazioni.
La questione della possibilità di gestione della presenza digitale in rete diventa quindi di notevole rilevanza, ed è lecito chiedersi: vi è una qualche possibilità di avere il controllo sulle nostre informazioni?
La risposta è no, almeno non direttamente. Non esiste oggi un modo organizzato e trasparente che ci consenta di eliminare integralmente e in via definitiva i nostri contenuti dalla rete.
Malgrado esistano alcuni servizi che provino in qualche modo ad arginare il fenomeno della proliferazione dei contenuti che ci riguardano, essi non riescono in alcun modo ad eliminare o a gestire la mole di informazioni che ci rappresentano sul web.
Un esempio di quanto questo meccanismo sia efficace lo ritroviamo nel riscontro che c'è tra la nostra attività sul web e la pubblicità che spesso ci viene offerta durante la normale navigazione. Con una puntualità che definiremmo quasi preoccupante, i nostri interessi nel web si trasformano in prodotti pubblicitari che ci vengono offerti.
A più livelli la nostra identità digitale precede il nostro essere realmente, al punto tale da formalizzare una tendenza oramai largamente diffusa nell'individuare e ricercare informazioni che nell'insieme formano un giudizio che spesso è alterato rispetto alla realtà.
Associazioni, aziende, professionisti e utenti comuni sempre più spesso rimangono incastrati in un meccanismo d'informazione che altera la reale percezione di ciò che ci circonda, subendone gli effetti non più governabili.
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Maary79