Interstellar, la recensione

Nonostante le premesse fossero stupende, la trama è debole e i dialoghi ridicoli.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 17-11-2014]

interstellar

Premessa: non pretendo che condividiate quello che sto per scrivere. Semplicemente, alcuni di voi hanno chiesto la mia opinione su Interstellar e quindi la pubblico qui per gli interessati. Ma la scrivo anche per lenire catarticamente il dolore mentale che mi ha causato il film.

Non rivelerò dettagli della trama prima della sezione intitolata Spoiler da qui in poi. Ma vi avviso subito che la trama è una stron%ata. Se non vi fidate di me, leggete cosa ne dice l'astronomo e geek Phil Plait.

Avete presente quei film dove alla prima inquadratura è già chiaro come va a finire e chi è il cattivo? Interstellar è così. E i dialoghi sono presi dagli scarti di Armageddon: oscillano fra toni di tentata poesia talmente retorici da risultare ridicoli e battute da pilota macho che sembrano prese di peso da un film di Schwarzenegger.

Quello che mi rode maggiormente è che le premesse erano stupende. C'è un regista che venero, Christopher Nolan, abile tessitore di trame complesse e intriganti (The Prestige, Inception, Memento) e aggressivo sostenitore degli effetti speciali fisici e della pellicola al posto del digitale (con risultati assolutamente strepitosi anche in Interstellar).

C'è un tema che mi fa venire il magone al solo pensarci: l'umanità che si chiude ottusamente in se stessa invece di rispondere al richiamo dell'esplorazione dell'Universo, mentre quelli che non si arrendono all'idea di finire come topi in trappola fanno un ultimo, disperato tentativo di sfuggire alla propria culla trasformatasi in una tomba sterile e polverosa.

Il parallelo con le missioni Apollo, citate più volte nel film, è lampante. Abbiamo osato, abbiamo avuto successo, siamo arrivati sulla Luna sei volte, abbiamo mosso i nostri primi, incerti passi nel cosmo, quelli che dobbiamo compiere come specie se vogliamo sfuggire all'inesorabile destino di questo pianeta... e ci siamo fermati.

Troppo presi a pensare all'oggi, al subito, al prossimo post su Facebook, per pensare a fare, a costruire per il futuro, ad avere il coraggio di sfidare un universo che terrificante nella sua vastità inconcepibile ma che al tempo stesso è il nostro destino. Siamo esploratori, pronti a rischiare e a sacrificarci per scoprire nuove terre, o siamo pavide scimmie condannate a starcene chiuse nella tana a contemplarci l'ombelico e incancrenirci?

Con un tema così grandioso, in mano a un regista di questo calibro, pareva impossibile sbagliare. E invece Interstellar finisce per essere una confusa, tediosa, prevedibile storia di buoni sentimenti in cui i soliti americani - e solo loro, si vede che il resto del mondo è troppo preso a giocare a ramino - risolvono tutto con soluzioni al limite del ridicolo, condite da un technobabble frastornante e sconclusionato (se non basta la quarta dimensione c'è la quinta, e se neanche la quinta è abbastanza, c'è sempre la forza dell'ammmoooreeee che è un artefatto fisico di una dimensione spaziale superiore che trascende i limiti dello spazio e del tempo), scopiazzando a piene mani da 2001 Odissea nello spazio di Kubrick (a volte rubandone intere scene - se lo andate a vedere, vi sfido a non canticchiare il Danubio Blu o a mormorare "HAL, apri il portello").

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La prima mezz'ora circa di Interstellar getta delle premesse meravigliose che poi vengono sperperate nelle due ore restanti. La prima visita a un pianeta è splendida: le conseguenze della dilatazione del tempo subita dagli astronauti sono raccontate in modo struggente e rendono magnificamente l'immensità del viaggio e del sacrificio. Ma poi tutto scivola in un pasticcio deludente nella sua ovvietà.

Intendiamoci: visivamente Interstellar è un grande spettacolo. Se ne esistesse una versione nella quale i dialoghi sono zittiti, tutta la menata del granturco viene rimossa e la musica di Hans Zimmer viene lasciata a svettare a manetta insieme alle immagini pittoricamente meravigliose ed epiche dell'odissea spaziale, sarebbe perfetto.

Il volo iniziale vicino a Saturno è un capolavoro estetico che può essere ammirato soltanto su uno schermo gigante e in alta risoluzione. I veicoli spaziali hanno una fisicità e una massa che possiedono soltanto i modelli reali, costruiti, non fatti in computergrafica. E i robot, che con i dialoghi sono insopportabili spalle pseudocomiche, senza quegli stessi dialoghi rivelano tutta la loro originalità geniale.

L'uso della pellicola e dell'IMAX per le riprese è sublime, e la fotografia è favolosa: invece di ricorrere ai trucchetti del 3D, Interstellar gioca sulla profondità di campo ridottissima, alla Barry Lyndon, per stagliare gli attori sullo sfondo (guardate l'arte della messa a fuoco variabile quando Cooper si alza dal letto dopo aver parlato con Murph - se siete fotografi, è da applauso). È bellissima anche la scelta di non far sentire i rumori nel vuoto.

Insomma, Interstellar aveva tutte le carte in regola per essere un'ode all'esplorazione, una poesia del cosmo, uno spettacolo visivo grandioso, una riflessione su chi vogliamo essere come persone e come specie e quale destino vogliamo crearci. E invece finisce per essere un polpettone indigesto, che risulta ancora più amaro perché te lo rifila quello che solitamente è un grande chef.

Ti invitiamo a leggere la pagina successiva di questo articolo:
Interstellar, gli spoiler

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Paolo Attivissimo

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Commenti all'articolo (ultimi 5 di 38)

Può darsi. Io l'ho buttata lì così, a fantasia di getto, pensando a dove metterlo uno così grande. Anche perchè sulla faccia in vista dalla Terra ci avevo già messo un grande complesso industriale e mi andava strettino. Vero che avrei anche potuto mettrli l'uno sopra l'altro. Ma c'è anche il fatto che mi sembrava troppo rivolto verso... Leggi tutto
8-12-2014 01:11

Concordo.. sono appena uscito dal cinema. Mi è sembrata la sagra delle cose dette a metà per non sbagliare...... la piaga in primis.. che cos'era? perchè? come? Il codice morse diventa l'unico riferimento privo di errori tecnici o vaneggiamenti.. fino a quando però non appare magicamente memorizzato nei meccanismi di un orologio... Leggi tutto
7-12-2014 01:51

{Elettrico}
Come nerd, dopo aver guardato gravity, mi sento di dover puntualizzare alcune cose. prima di tutto le storie familiari drammatiche dei protagonisti non mi interessano, quindi se si fosse potuto risparmiare qualche minuto di dialogo inutile per mostrare qualcosa di più delle stazioni spaziali sarebbe stato molto bello. poi, sinceramente,... Leggi tutto
2-12-2014 11:02

{Elisa Brown}
Delusione, montagne di polistirolo.
1-12-2014 13:21

{chupacabra}
Mai scaricato tanti pornazzi cercandolo in P2P
28-11-2014 21:52

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