WhatsApp e Facebook, garante privacy italiano apre istruttoria

Mentre la Germania ferma la condivisione dei dati di Whatsapp.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 30-09-2016]

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Altolà a Facebook e WhatsApp

Molti utenti di WhatsApp hanno percepito come il tradimento di una promessa la recente decisione di Facebook di prendere dati da WhatsApp per vendere pubblicità mirata. Ma il commissario per la protezione dei dati della città di Amburgo, Johannes Caspar, ha fatto di più: pochi giorni fa ha ordinato a Facebook, attuale proprietario di WhatsApp, di smettere di raccogliere e conservare dati sugli utenti WhatsApp tedeschi e di cancellare quelli ricevuti fin qui da Facebook tramite WhatsApp.

Caspar ha dichiarato in un comunicato stampa che "Dopo l'acquizione di WhatsApp da parte di Facebook due anni fa, entrambe le parti avevano assicurato che i rispettivi dati non sarebbero stati condivisi fra loro. Il fatto che questo stia ora avvenendo è non solo un inganno degli utenti e del pubblico, ma anche una violazione delle leggi nazionali sulla protezione dei dati.... questo ordine amministrativo protegge i dati di circa 35 milioni di utent di WhatsApp in Germania. Deve spettare a loro la decisione se vogliono collegare il proprio account a Facebook. Pertanto Facebook deve chiedere in anticipo il loro permesso. Questo non è accaduto."

Cosa peggiore, nota Caspar, "ci sono molti milioni di persone i cui dettagli di contatto sono stati caricati su WhatsApp attingendoli dalle rubriche dell'utente anche se non erano collegate a Facebook o WhatsApp. Secondo Facebook questa gigantesca quantità di dati non è ancora stata raccolta. La risposta di Facebook che questo semplicemente non è ancora stato fatto per il momento, è motivo di preoccupazione che la gravità della violazione della protezione dei dati possa avere un impatto molto più grave".

La decisione tedesca è accompagnata da quella per il Garante per la protezione dei dati personali italiano, che, secondo quanto riporta ANSA, "ha avviato un'istruttoria a seguito della modifica della privacy policy effettuata da WhatsApp a fine agosto che prevede la messa a disposizione di Facebook di alcune informazioni riguardanti gli account dei singoli utenti di WhatsApp, anche per finalità di marketing" e ha "invitato WhatsApp e Facebook a fornire tutti gli elementi utili alla valutazione del caso" e a "chiarire se i dati riferiti agli utenti di WhatsApp, ma non di Facebook, siano anch'essi comunicati alla società di Menlo Park".

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Avevano ragione quelli di Zeus News, quando già nel 2001 scrivevano di Echelon.

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Sono anni che gli addetti ai lavori dicono che le politiche aziendali di Facebook sono socialmente inaccettabili e pericolose ma gli utenti continuano a usarli con indifferenza, convinti che sia solo questione di profilazione pubblicitaria dalla quale non c'è nulla da temere (ma poi salta fuori che questa profilazione viene usata da regimi impresentabili e per manipolare opinioni ed elezioni). Chissà se questi tradimenti delle promesse e questi moniti dei garanti serviranno a far capire il concetto.

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Paolo Attivissimo

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Commenti all'articolo (4)


Quando, oltre due anni fa, si erano diffuse le voci dell'acquisizione di WA da parte di FB non ci pensai due volte a disinstallare immediatamente WA per passare ad altra app di messaggistica che aveva anche caratteristiche superiori. A suo tempo me ne fregai di quello dicevano i miei amici, gli risposi che se volevano potevano installare... Leggi tutto
9-10-2016 17:06

Sembra che la privacy tocchi più i garanti che gli utenti. Ho visto ben pochi leggere i Termini e le condizioni d'uso prima di installare un'app famosa come WhatsApp che, se non possiedi, sei un po' tagliato fuori. D'altronde è giusto avere chi controlla ciò che viene fatto dai grandi colossi come in questo caso. Non c'è persona che io... Leggi tutto
1-10-2016 13:46

{illusionix}
Ma facebook e whatsapp non hanno lo stesso proprietario? Ci prendono davvero per i maroni, come se a queste multinazionali, regolarmente multate per illegalità varie, importasse qualcosa delle leggi (spesso fatte dietro loro "suggerimento") e delle apparenze. Siamo proprio trattati da minorati mentali...
1-10-2016 10:51

{utente anonimo}
"gli utenti stanno perdendo, un passo alla volta, il controllo sui loro stessi dati. La loro sfera privata è in pericolo" Gli utonti hanno già perso da tempo il controllo sui loro ex dati. Non c'è più alcun pericolo ma solo certezze: pratiche di routine di tecnocontrollo. Una soluzione... Leggi tutto
30-9-2016 12:09

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Il profilo Facebook in comune: un unico profilo scoraggia anche il più audace dei rivali dal tentare un approccio.
La password nota al partner: Della serie: "Amore, se non mi nascondi niente allora posso avere la tua password?". Nessun messaggio di posta, commento o notifica è al sicuro.
Il tasto "Rimuovi dagli amici": una volta in possesso della password del partner, qualsiasi rivale dalla foto profilo provocante o la cui identità è sconosciuta verrà subito rimosso dagli amici.
La trappola: spacciandosi per il partner (password nota), si inizia a contattare i presunti rivali e testare le loro intenzioni con domande e allusioni per far cadere in trappola anche i più astuti.
Il Mi piace minatorio: post, foto, tag, nuove amicizie sono regolarmente marchiati da un Mi piace del partner. Dietro una parvenza di apprezzamento, dimostrano quanto in realtà NON piaccia l'elemento.

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