Il potere delle informazioni

Il manager moderno passa gran parte del suo tempo a reperire, elaborare, distribuire informazioni. Serve a qualcosa o è un puro esercizio di potere?



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 25-10-2003]

Un tradizionale problema di ricerca operativa si preoccupa di calcolare il costo dell'informazione perfetta. Cioè, di fronte ad una decisione da prendere, per esempio il prezzo di un prodotto, abbiamo bisogno di una serie di dati, per esempio prezzo e performance dei prodotti concorrenti. Quanto siamo disposti a pagare in hardware, software, consulenti, investigatori, spie e infamoni, per avere una panoramica completa del settore?

La matematica, severa come sempre, ci dà il limite superiore (per i lamer: upper bound): il costo massimo dell'informazione è dato dal vantaggio massimo ottenibile dall'informazione perfetta. Sommiamo cioè i profitti futuri derivati dall'aver fissato un prezzo conoscendo perfettamente il comportamento della concorrenza, e sottraiamo da essi la somma dei profitti che avremmo ottenuto ignorando tali informazioni. Simulando il caso migliore possibile, il risultato che otteniamo è il valore massimo possibile dell'informazione cercata.

Il rigore matematico con cui si affronta il problema presuppone che le decisioni, al variare delle informazioni ottenute, siano diverse. Se così non fosse, se per esempio il prezzo del nostro prodotto fosse in ogni caso fissato elaborando prudenzialmente dei valori noti a tutti (come avviene spessissimo), ci si rende conto che i soldi spesi in informazioni sono inutili. Allora perchè spenderli? Forse solo per stare più tranquilli? Oppure per "cautelarsi" (mi vengono in mente solo espressioni volgari) da recriminazioni in caso di insuccesso? Il motivo è forse più sottile.

Facendo un passo in più, potremmo tentare di dare un valore al management e al suo sistema informatico. Non è difficile: dobbiamo calcolare quanto ci rimetterebbe l'azienda se, al posto dei consiglieri d'amministrazione con i loro tabulati, ci fosse il contadino Bertoldo, vale a dire una persona dotata del normale buonsenso. Tra i profitti di quest'azienda ipotetica ci sono i mancati stipendi ed i gettoni del CdA, i mancati costi per il reperimento, l'amministrazione, l'elaborazione di dati (il contadino non saprebbe che farsene). Il tutto al netto, ovviamente, del compenso di Bertoldo. La differenza tra i profitti ottenibili nei due casi è il valore aggiunto del sistema informativo.

Ovviamente, questa è solo una fantasiosa ipotesi: il calcolo, infatti, basa i valori più importanti (i profitti attesi) su delle stime, e l'autore di queste stime è lo stesso gestore del sistema informatico che si vuole mettere "sulla griglia". Ma potrebbe essere un utile esercizio di umiltà per il management che, in questo modo, riuscirebbe a mettere in discussione sè stesso ed il proprio apparato tecnico.

Estremizzando queste considerazioni, possiamo chiederci: è giusto che il management detenga, all'interno dell'azienda, il potere decisionale? Ci hanno sempre insegnato, da Menenio Agrippa in poi, che chi detiene il fattore produttivo critico è l'anello più importante della catena, e le informazioni sono il fattore critico. Ma ci stiamo facendo delle domande sul valore delle informazioni, e così mettiamo in discussione il valore di chi le utilizza.

Un sospetto mi assilla: queste informazioni sono davvero un bene strategico ed insostituibile, e vengono usate per il bene della comunità-azienda? Oppure sono lo strumento con cui una casta dirigente esercita il proprio potere a danno delle categorie sprovviste di esse, e quindi ignoranti?

Nell'economia moderna, globalizzata e standardizzata, tra i fattori critici di successo non c'è più il management, che passa da un'azienda all'altra senza problemi per chi lo perde o vantaggi per chi lo acquisisce. Non c'è più nemmeno il capitale, reperibile sui mercati finanziari a prezzi e condizioni pubbliche.

Queste categorie, allora, usano le informazioni per mantenere i propri privilegi. Si può estendere questi concetti dal sistema-azienda all'intera economia: qui il problema delle informazioni asimmetriche, ossia quando attori di una parte del mercato hanno informazioni molto migliori di altri, è già stato affrontato. Grandi aziende, o categorie di aziende, sfruttano a proprio vantaggio la povertà (o la ridondanza, l'effetto è lo stesso) delle informazioni accessibili, creando una distorsione della concorrenza.

Rimane la domanda: quale potere potrebbero raggiungere gruppi di persone molto meno sostituibili dei manager, come i lavoratori, oppure i consumatori, se si organizzassero in rete per raccogliere ed usare le informazioni? Cominciamo a chiedercelo.

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita. Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui sotto, inserire un commento (anche anonimo) o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenti all'articolo (3)

Vittorio Munaretto
Articolo ill'uminante Leggi tutto
30-10-2003 14:21

Michele Bottari
Per Enzo Leggi tutto
27-10-2003 19:31

Enzo
Il potere delle informazioni Leggi tutto
27-10-2003 18:50

La liberta' di parola e' un diritto inviolabile, ma nei forum di Zeus News vige un regolamento che impone delle restrizioni e che l'utente e' tenuto a rispettare. I moderatori si riservano il diritto di cancellare o modificare i commenti inseriti dagli utenti, senza dover fornire giustificazione alcuna. Gli utenti non registrati al forum inoltre sono sottoposti a moderazione preventiva. La responsabilita' dei commenti ricade esclusivamente sui rispettivi autori. I principali consigli: rimani sempre in argomento; evita commenti offensivi, volgari, violenti o che inneggiano all'illegalita'; non inserire dati personali, link inutili o spam in generale.
E' VIETATA la riproduzione dei testi e delle immagini senza l'espressa autorizzazione scritta di Zeus News. Tutti i marchi e i marchi registrati citati sono di proprietà delle rispettive società. Informativa sulla privacy. I tuoi suggerimenti sono di vitale importanza per Zeus News. Contatta la redazione e contribuisci anche tu a migliorare il sito: pubblicheremo sui forum le lettere piu' interessanti.
Sondaggio
Chi di questi 10 non ha meritato il premio Nobel per la Pace?
Elihu Root, segretario di Stato USA, vincitore nel 1912, indagato per la repressione degli indipendentisti filippini.
Aristide Briand, politico francese, vincitore nel 1926, nonostante molti sostengano che gli accordi da lui voluti abbiano portato la Germania a tentare la successiva espansione verso est.
Frank Kellogg, vincitore nel 1929: la sua idea per evitare le guerre fu sconfessata di lì a breve dalla politica tedesca.
Carl von Ossietzky, giornalista tedesco, vincitore nel 1935 per aver rivelato la politica tedesca di riarmo in violazione dei trattati. Meritava il premio, ma la tempistica fu pessima: venne deportato in un campo di concentramento.
Nessuno: nel 1948 il premio non venne assegnato. Sarebbe potuto andare a Mohandas Ghandi, ma era stato assassinato e il Comitato non permise che il premio fosse assegnato alla memoria.
Henry Kissinger e Le Duc Tho, vincitori nel 1973 per aver negoziato il ritiro delle truppe USA dal Vietnam. Il primo però approvò il bombardamento contro la Cambogia; il secondo rifiutò il premio.
Yasser Arafat, Shimon Peres e Yitzakh Rabin, vincitori nel 1994, sebbene gli accordi di Oslo abbiano avuto effetti molto brevi.
Kofi Annan e le Nazioni Unite, vincitori nel 2001, investigato nel 2004 per il coinvolgimento del figlio in un caso di pagamenti illegali nel programma Oil for Food.
Wangari Muta Maathai, vincitrice nel 2004, convinta che il virus HIV sia stato creato in laboratorio e sfuggito per errore.
Barack Obama, vincitore nel 2009, appena eletto presidente degli USA.

Mostra i risultati (2112 voti)
Dicembre 2025
PagoPA lascia il MEF: Poste e Poligrafico rilevano la società per mezzo miliardo
Dalla frustrazione alla performance: imprecare rende più forti e resistenti
Ordina RAM DDR 5 su Amazon, riceve DDR 2: ecco come funziona la truffa del reso
Televisori LG, dopo l'aggiornamento compare l'app di Copilot. E non si può più togliere
Google lancia la traduzione simultanea universale: bastano qualsiasi telefono Android e auricolari
Tassa da 2 euro sui pacchi fino a 150 euro: la Manovra 2026 coinvolge milioni di spedizioni
Lo script open source che fa sparire Copilot, Recall e gli altri componenti IA da Windows 11
Google Antigravity cancella un intero drive: la IA si scusa, ma i dati sono persi
Migliaia di aerei A320 a terra. Perché è una buona notizia
Arduino passa a Qualcomm: la comunità hacker esplode di malcontento
Piracy Shield, i provider italiani presentano il conto: 10 milioni di euro l'anno
Il Digital Omnibus è una resa dell'Unione Europea?
Novembre 2025
MediaWorld vende iPad a 15 euro per errore, adesso li vuole tutti indietro
Riscaldano casa con un datacenter in giardino: giù i costi delle bollette
I Baschi Grigi della Cybersicurezza
Tutti gli Arretrati
Accadde oggi - 27 dicembre


web metrics