Esistono esempi di società che vedono fallire prima o dopo il proprio progetto di ricavare reddito o di fare business tramite applicativi validi. Altri applicativi nascono fin dall'inizio senza lo scopo classico di essere posseduti da una corporation e di ricavarne quattrini.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 28-10-2003]
Esistono esempi di società che vedono fallire prima o dopo il proprio progetto di ricavare reddito o di fare business tramite applicativi validi: esempi eclatanti sono Netscape Navigator, Blender, Star Office. In questi casi si è passati da un controllo diretto dello sviluppo dell'applicativo a una semplice proprietà del marchio e dei sorgenti che però hanno travalicato la linea di confine: non più proprietà dell'azienda ma della comunità degli sviluppatori.
Altri applicativi nascono fin dall'inizio senza lo scopo classico di essere posseduti da una corporation e di ricavarne quattrini, ad esempio Java, il formato PDF, il formato Ogg Vorbis, tutte le distribuzioni a pagamento come Mandrake, Suse, Red Hat e altre (con alcuni limiti al ragionamento dati da parti di distribuzione proprietarie come YAST e altro codice per la RH). Pare che il supporto che si può definire "esterno" sia la soluzione che si sta imponendo. Un esempio eclatante è l'appoggio che sta diventando sempre più importante di IBM a Linux.
La linea di confine tra proprietà privata e proprietà pubblica del codice sorgente la fa la licenza, molte volte nei progetti economicamente non sostenibili da una azienda si passa da una licenza che si riserva tutti i diritti a una classica LGPL, versione light della GPL.
Pare quindi che ci sia una difficoltà oggettiva a lucrare direttamente sul software e che le aziende si spostino su compiti che più le si addicono: assistenza, marketing, controparte per le pubbliche amministazioni o le altre aziende.
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