D'ora in avanti i prezzi continueranno a crescere.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 26-08-2025]
La nota piattaforma per lo streaming musicale Spotify ha annunciato che gli aumenti dei prezzi dei suoi abbonamenti non saranno più eventi eccezionali ma diventeranno una pratica regolare. Il co-presidente di Spotify Alex Norström ha provato ad addolcire la pillola dichiarando che gli aumenti dei prezzi saranno accompagnati dall'introduzione di nuove funzionalità, con l'obiettivo di migliorare l'esperienza degli utenti. Non è però associato a benefici immediati per gli utenti il più recente aumento in Italia (previsto per il 1 settembre): esso vede il piano Individual passare da 10,99 a 11,99 euro (+9%), il piano Student da 5,99 a 6,49 euro (+8%), il piano Duo da 14,99 a 16,99 euro (+13%) e il piano Family da 17,99 a 20,99 euro (+17%).
Per quanto riguarda le motivazioni di questi aumenti infiniti e regolari, l'azienda sta cercando di migliorare la propria redditività dopo anni di profitti al di sotto delle aspettative, nonostante una base di utenti che supera i 500 milioni a livello globale, di cui 276 milioni abbonati paganti. Gli investimenti in nuove aree come podcast e audiolibri (accessibili gratuitamente per 15 ore al mese da ottobre 2024) hanno aumentato i costi operativi, spingendo Spotify a trasferire parte di questi oneri sugli utenti. Inoltre le major discografiche come Universal Music Group stanno esercitando pressioni per tariffe più alte, sostenendo che i servizi di streaming musicale siano sottovalutati rispetto a quelli video, come Netflix o Disney+.
Un altro fattore usato per giustificare gli aumenti è l'inflazione globale, che ha ridotto i margini di profitto delle piattaforme di streaming. Spotify tuttavia sembra fiduciosa che gli utenti accetteranno i rincari: come sottolineato da Norström, la maggior parte degli abbonati ha continuato a pagare nonostante gli aumenti precedenti. Questa fiducia è in effetti supportata dai dati: un articolo del Financial Times evidenzia come paradossalmente gli abbonati siano aumentati con l'incremento dei prezzi, suggerendo una forte fedeltà al servizio. Inoltre le azioni di Spotify hanno più che raddoppiato il loro valore nell'ultimo anno grazie alla crescita degli abbonati e al ritorno alla redditività.
Parallelamente agli aumenti, Spotify sta esplorando nuove formule di abbonamento per diversificare l'offerta. L'azienda sta considerando un piano "economico" che includerebbe solo musica e podcast escludendo gli audiolibri, al prezzo attuale del piano Premium Individual; inoltre il piano "Supremium" o "Music Pro" con audio lossless avrà accesso anticipato a nuovi brani e possibilità di acquistare biglietti per concerti in anteprima. Queste opzioni, definite parte dello "Streaming 2.0" da Lucian Grainge di Universal Music Group, mirano a offrire valore aggiunto agli utenti disposti a pagare di più, pur sollevanddo dubbi sulla reale domanda di tali funzionalità.
L'espansione delle funzionalità basate sull'intelligenza artificiale è un altro pilastro della strategia di Spotify. Le Playlist AI, lanciate in versione beta nel 2024 e ora disponibili in oltre 40 nuovi mercati, permettono agli utenti di creare compilation personalizzate tramite comandi vocali o testuali. Questa innovazione, che si integra con la libreria personale degli utenti, è un esempio di come Spotify stia cercando di giustificare i rincari con miglioramenti tecnologici. Tuttavia non tutti gli utenti utilizzano queste funzionalità e il rischio è che i costi aggiuntivi siano percepiti come ingiustificati.
Le polemiche di cui la piattaforma si ritrova al centro non si limitano ai prezzi. Spotify è stata infatti al centro di controversie per altre questioni, come l'introduzione in Regno Unito di un algoritmo di scansione facciale per stimare l'età degli utenti, in linea con le normative locali per limitare l'accesso dei minori a contenuti espliciti. Inoltre il CEO Daniel Ek è stato criticato per il suo investimento di 600 milioni di euro in Helsing, un'azienda che sviluppa IA per droni militari; ciò ha portato a un boicottaggio da parte di alcuni artisti e utenti.
Dal punto di vista della concorrenza Spotify al momento rimane leader del mercato, ma gli avversari sono in crescita. Servizi come Apple Music, Amazon Music e Tidal offrono alternative che potrebbero attrarre utenti insoddisfatti, specialmente in un contesto di prezzi in aumento.
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