La mela usa un pezzo di tecnologia TCG per proteggere il Mac OS X.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 12-08-2005]
La storia ha inizio un paio di mesi fa, al momento dell'annuncio da parte di Apple del matrimonio con Intel. Da quel momento gli sviluppatori di applicazioni per Mac OS X hanno potuto ricevere i Developer Transition Kit, cioè calcolatori con Pentium 4 a 3,6 Ghz e Mac OS X Tiger 10.4.1 (i cosiddetti Mactel).
Stante la dichiarata contrarietà a far girare il Mac OS su hardware diverso dal proprio, in molti si sono chiesti con quali tecnologie la mela avrebbe impedito questa eventualità. ZeusNews aveva parlato "di un apposito chip, senza il quale Mac OS X non può partire". Ora le webzine di settore (per esempio Tech Whack News) hanno svelato che si tratta del Trusted Platform Module (TPM).
Per i non addetti ai lavori, è un un chip, aggiunto sulla circuiteria della piastra madre o incassato nella CPU, in grado di controllare in real-time tutto quello che viene eseguito, processato, interpretato dal sistema operativo, e di impedirne il funzionamento. La cosa più sorprendente è che il "chip Fritz" (come era anticamente chiamato) nasce dalla ricerca del Trusted Computing Group (TCG), quello che una volta era chiamato consorzio Palladium.
A onor del vero, non è confermato se la società intenda usare il TPM nelle versioni finali del futuro Mactel. Per inciso, gli sviluppatori Apple non hanno avuto difficoltà a eseguire l'operazione inversa, vale a dire far girare Windows e Linux sui Mactel, segno che il chip opera, per ora, in maniera discreta e rispettosa.
Tuttavia, l'utilizzo di strumenti come questo da parte della casa di Cupertino (che non rientra tra i membri del consorzio) sembra dar ragione ai più maligni analisti, scettici sulle motivazioni tecniche ed economiche dell'abbandono dei processori IBM Power PC.
I forti investimenti di Apple nella musica digitale rendono strategico l'accordo con Intel, il capofila del Trusted Computig Group. Non dimentichiamo che uno scopo dichiarato del consorzio è il controllo totale sulla fruizione di film, musica e altri contenuti digitali.
Non è tutto: la presenza di questo ingombrante chip ha destato più di una perplessità anche tra i mac-lovers, in genere più fedeli alla linea aziendale, rispetto ai seguaci dello zio Bill. Un controllo hardware, per ora utilizzato in maniera condivisibile, potrebbe permettere in futuro altre limitazioni alla libertà di utilizzo di hardware e software.
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