Quando il server chiude per debiti

La vicenda Easynet, che ha portato all'oscuramento di molti siti, potrebbe essere risolta grazie alla legge sulle crisi aziendali.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 13-02-2006]

Ci scrive un lettore a proposito della vicenda Easynet:

Salve, Vi scrivo più per sfogo che per altro, ma vista la situazione e la totale mancanza di informazione da parte dei media riguardo un problema che ritengo piuttosto rilevante, mi permetto di sottoporVi quanto segue:

Sono un membro dello staff di un piccolo provider Campano (Tutorialpc), cliente di WMG Italia società che ospitava i suoi server all'interno della server farm di Easynet a Milano.

Da ieri mattina (9 Febbraio ), circa 560 servers (se non ricordo male il numero dei servers ospitati presso di loro) sono andati down e solo da poche ore alcuni di essi, tra cui per fortuna il nostro, sono tornati online. Tutto ciò perchè WMG Italia ha deciso di sospendere il pagamento dovuto a Easynet per la connettività.

Ora, in rete circolano le notizie più disparate sparse sui newsgroup di Google, ma in pratica nessuno dei clienti ha ricevuto la necessaria informazione sul vero problema, in quanto Widestore (che ha da poco acquistato WMG Italia) ha avvisato dello spostamento dei server solo la sera prima che si verificasse il problema.

In pratica, pare (e sottolineo PARE perché è impossibile avere notizie certe da parte di nessuno) che Easynet avesse avvisato da tempo del possibile distacco nel caso non fossero state saldate le fatture, ma non avendo avuto riscontri ha provveduto al distacco immediato, peraltro in giorni lavorativi e negando (sembra) l'accesso alla server farm per il trasferimento dei servers stessi.

Ora molti piccoli provider come noi, che hanno sempre corrisposto il regolare canone a WMG Italia, si troveranno ad affrontare i numerosi reclami del cliente finale, tra cui quelli di alcune istituzioni i cui domini si sono trovati tra i trentamila interessati dal blackout. E tutto ciò grazie anche e soprattutto alla mancanza di informazione riguardo l'accaduto.

La vicenda di cui ci scrive il lettore, che è balzata all'attenzione dell'opinione pubblica anche per la chiusura di siti di enti pubblici come il Comune di Ischia, ci consente di fare alcune considerazioni. Innanzitutto è ammissibile assumere delle decisioni, sia pure giustificate da questioni contabili e amministrative, che comportino la chiusura di siti ledendo diritti fondamentali come quelli di comunicazione e stampa, costituzionalmente garantiti?

In alcuni casi si tratta di siti istituzionali e, in questo caso è configurabile l'interruzione di pubblico servizio? Nemmeno Telecom Italia può arrivare a sospendere un'utenza telefonica di un'amministrazione comunale per morosità e quindi non dovrebbe essere lecito, per analogia, sospendere un sito che permette di comunicare con l'ente pubblico via e-mail, come garantiscono le norme emanate dal Ministro Stanca.

E' possibile, in questi casi, applicare leggi come quella sulle crisi aziendali, detta anche legge Prodi, per garantire la continuità del servizio in attesa di risanare i problemi finanziari e di indebitamento?

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pier Luigi Tolardo

Commenti all'articolo (1)

Pur con tutta la solidarietà dovuta a chi si è trovato, da un momento all'altro, "in braghe di tela", vorrei obiettare sull'interruzione di pubblico servizio che è stata tirata in ballo. Un provider internet non è né un fornitore di pubblico servizio, né un ente di beneficienza. E' solo un'esercizio commerciale che fornisce un... Leggi tutto
14-2-2006 16:08

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