Circola l'indiscrezione che la Cassa Depositi e Prestiti potrebbe acquistare la Rete di Telecom Italia.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 09-08-2006]
L'ipotesi di un ingresso dell'australiano Murdoch nel capitale di Telecom Italia o, in alternativa, di un'Opa della spagnola Telefonica su Telecom Italia, fa riprendere consistenza ai progetti di scorporo della rete di Telecom Italia, separandola dalla divisione commerciale, come da tempo chiedono con forza i concorrenti piccoli e grandi dell'ex monopolista che non riescono a reggere la concorrenza dell'operatore dominante nella telefonia fissa, nell'Adsl e nella telefonia mobile.
Uno scorporo vedrebbe una "ripubblicizzazione" (o rinazionalizzazione) della Rete Telecom Italia che, fino al 1994 è stata dello Stato, direttamente attraverso la rete di proprietà dell'Asst (Azienda di stato dei servizi telefonici), che gestiva i collegamenti tra le principali città e quelli con l'Europa e, indirettamente, attraverso la Sip che possedeva le reti urbane e provinciali.
L'Azienda di stato dei servizi telefonici era stata valutata (anche grazie al suo vasto patrimonio immobiliare, ed essendo l'unica delle aziende statali in attivo, nonostante forti sprechi e corruzione diffusa) circa centomila miliardi di vecchie lire da analisti indipendenti stranieri; era poi stata acquistata da Sip per circa 6 mila miliardi di lire, mentre Sip è stata messa sul mercato nel '98 per circa 26 mila miliardi di lire.
Quattordici miliardi di euro è l'equivalente di una discreta manovra finanziaria, di quelle che costano lacrime e sangue ai contribuenti in termini di tasse e tagli ai servizi sociali e agli enti locali, come Comuni e Provincie, che si vedrebbero tagliati importanti finanziamenti per opere pubbliche come scuole e asili dalla Cassa Depositi e Prestiti che, in genere, li finanzia a tassi agevolati.
Sarebbe una situazione assurda: da una parte si ipotizza la vendita parziale o totale della stessa Cassa Depositi e Prestiti e delle Poste per risanare il deficit pubblico, senza ricorrere a pesanti tagli e nuove tasse, mentre lo Stato non ha più soldi per finanziare la costruzione e l'ammodernamento di strade e ferrovie; dall'altra parte si ricompra l'infrastruttura di Tlc del Paese.
L'ipotesi che gli stranieri acquistino Telecom Italia non comporta particolari rischi per la sicurezza come molti paventano perché, come dimostra la vicenda Tavaroli/Sismi, la privacy degli italiani è già a rischio, senza controlli e regole severe, anche con Telecom Italia in mani italiane.
A questo punto è meglio che il Governo si dedichi a favorire l'ingresso degli stranieri con regole e condizioni precise, piuttosto che a impedirlo con progetti onerosi e strampalati.
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