Al Cebit di Hannover domina una tecnologia riciclata, ma di grande effetto: il navigatore satellitare. L'homo "tecnologicus" si evolve in "fighettus".
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 22-03-2007]
Quando abbiamo visto circolare i primi telefoni mobili, più di qualcuno ha sorriso a vedere quelle macchine infernali, trasportabili solo con orrende borse a tracolla, che facevano un baccano da inferno, e trasformavano il più elegante dei manager in un buzzurro di borgata. "Sì, sono qui al ristorante con degli amici", urlava l'executive sotto gli sguardi di tutti.
Scuotendo il capo, abbiamo dichiarato, di fronte a testimoni: "Questa tecnologia non prenderà mai piede". E ora, eccoci qua, a stupirci dei fatturati sempre in crescita, di utenti sempre più pigri, fighetti e spendaccioni, di un successo sempre più imponente, sia dal punto di vista dell'hardware che dei servizi offerti.
Se siamo così interessati alle analisi degli esperti e degli analisti è perché abbiamo segretamente il desiderio di imbroccare la tecnologia vincente, e magari farci un po' di soldi facili in borsa. Un po' come giocare ai cavalli: l'unica differenza è che le corse dei cavalli, di solito, non sono truccate.
Inoltre, la storia dell'ITC è piena di fantastiche macchinette convergenti finite nella soffitta della nostra memoria. Come dimenticare i telefonini con radio FM? E quanti di voi si sono realmente goduti i gol dell'Inter su uno sfigatissimo display da cellulare?
A ben osservare, le tecnologie che hanno veramente fatto guadagnare paccate di soldi agli azionisti, telefono cellulare a parte, sono state veramente poche: i PC e internet, almeno da noi, non sono mai decollati, forse a causa di un imbarazzante Digital Divide. Gli iPod e simili hanno fatto un bel botto, ma è stata una rivoluzione a metà: grandi vendite di hardware, ma mercato dei servizi audiovisivi stagnante su livelli infimi. Vale a dire che la gente si compra la macchina e poi pirata le canzoni (e vorremmo vedere).
Lo stesso si può dire della fotografia digitale, ma almeno qui nessuno ha fatto investimenti su negozi online e DRM. Palmari, Blackberry, Communicator: sì, se ne vedono in giro, ma è un mercato di nicchia. Non parliamo poi della mobile-TV, o della IP-TV, candidati fallimenti di rilievo.
Dal Cebit, il grande salone dell'elettronica in corso ad Hannover, arriva l'indicazione che non ti aspetti. Eccola qui l'altra tecnologia che spacca: sono i navigatori satellitari i veri protagonisti del momento. Una tecnologia vecchia, quasi snobbata, sicuramente poco convergente (almeno non con internet e la telefonia mobile), ha abbassato i prezzi d'entrata e ora presenta una crescita da capogiro.
Gli apparecchi dotati di software Gps venduti lo scorso anno in Europa sono diciannove milioni, una cifra assolutamente inaspettata, ma destinata a crescere parecchio. Due colossi, Garmin -dominatore mondiale- e TomTom -leader europeo- si spartiscono in modo facile facile il mercato, senza vedere concorrenti che possano minare i loro profitti.
La torta promette di allargarsi nel campo dei servizi, favorita dal fatto che l'utente comune (quello che non sopporta di pagare i diritti d'autore per la musica, ma che vede di buon occhio gli SMS e gli scatti alla risposta), paga volentieri per mappe e vocine ammiccanti.
La conferma che si tratti di un buon affare viene dalla pirateria, scarsissima per mappe e software GPS. Sono praticamente senza seguito anche i progetti opensource in questo campo.
La convergenza con la telefonia mobile potrà dare una mano: sono già pronti i servizi LBS, e addio riservatezza. Ma, molto più banalmente, l'elemento più trendy sembra essere la grafica 3D, che trasforma un itinerario in una sorta di videogame.
Altro che connettività, altro che convergenza, altro che nuovi modi di interazione sociale: la gente vuole solo macchine fighette e che costino poco.
L'obiettivo è sì trovare la strada senza perdersi, ma soprattutto trasformare la propria bagnarola nella berlina di lusso parlante che tanto abbiamo invidiato al nostro vicino.
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