Drm, accordo tra Siae e l'Authority per le comunicazioni

L'Ipred-2 comincia a fare effetto e il Grande Fratello bussa alle porte. Un comunicato congiunto dei due enti non promette nulla di buono.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 11-05-2007]

Quanti si illudevano che la nuova frontiera della repressione digitale fosse un purgante approssimativo possono cominciare a fare le valigie ed emigrare in cerca di accoglienza presso più benevoli lidi. Perché si tratta invece di una purga da cavallo; anzi, da elefante.

A leggere il comunicato congiunto dei due enti, l'accordo "consente di pianificare e coordinare le azioni di prevenzione e accertamento delle violazioni del diritto di autore". Sin qui nulla da ridire, se il nostro fosse un Paese normale, l'italiano una lingua non interpretabile e il burocratese qualcosa di diverso da un argot da iniziati.

Infatti l'interpretazione letterale parrebbe significare "mettiamoci intorno a un tavolo per discutere e risolvere onestamente i problemi"; ma tra intercettazioni illegittime e induzione a commettere reati talvolta messa in opera da chi i reati dovrebbe solo scoprirli (ricordate i falsi siti per pedofili dell'Escopost e altri?) c'è poco da stare allegri per quanto riguarda la tutela dei diritti costituzionali.

"Gratta un po' e qualcosa verrà sicuramente fuori" sembra diventato l'imperativo categorico del momento; ovviamente, massima stima delle Forze dell'Ordine, che stanno lì proprio per eseguirli, gli ordini. E lo fanno con grande impegno e professionalità. Il problema, casomai, sta proprio a monte, cioè in chi gli ordini li dà e in come li dà.

Ci sarebbe da scommettere che tra un po' basterà anche il semplice sospetto di detenere materiale illegale per far scattare perquisizioni a tappeto come già avviene per tutta una serie di gravi violazioni di legge. Ma del resto, le violazioni del Drm non prevedono sanzioni simili a quelle riservate al commercio di droga e di immagini proibite?

E com'è possibile accertare l'esistenza del reato penalmente perseguibile se non attraverso l'intercettazione e controllo generalizzato e perciò illegale, e la perquisizione domiciliare senza neanche un consistente indizio o almeno un fumus relativo ad attività indirizzate al commercio di contenuti protetti?

L'intesa intercorsa tra Giorgio Assumma (Siae) e Corrado Calabro' (Garante telecomunicazioni) come viene spiegata al colto e all'inclita, prevede "iniziative, studi e ricerche a tutto campo sulle più recenti forme di diffusione e di contenuti culturali con particolare riferimento ai servizi e contenuti audiovisivi, nelle varie forme di distribuzione. Obiettivo comune è quello di favorire l'innovazione, la fruizione di contenuti sulle reti a banda larga e mobili tutelando al tempo stesso l'ingegno e la proprietà intellettuale che sono una delle ricchezze fondamentali del Paese nella prospettiva della società dell'informazione".

Non ignoriamo che già la distribuzione delle virgole nel contesto ne possono variare notevolmente la portata, per cui bisognerà vedere all'atto pratico quali saranno i risultati operativi; ma ammaestrati da vicende recenti e anche recentissime, sin d'ora spaventa doversi affidare al futuro per capire gli eventuali rischi, nascenti da un contesto onnicomprensivo, di quanto sia stato o sarà in futuro pubblicato e poi riprodotto in qualsiasi forma e per qualsivoglia finalità e che per qualche verso non venga ritenuto condivisibile dalla Siae o sia reputato lesivo di diritti veri o presunti che siano.

Prosegue l'accordo: "Saranno, inoltre, costituiti gruppi comuni di ispettori, mentre un comitato permanente, composto da rappresentanti dei due organismi, pianificherà studi, ricerche e attività di coordinamento ispettivo, verificandone periodicamente l'andamento." Ogni commento è superfluo, per quanto il contenuto ricalchi pedissequamente le formulazioni dell'Ipred-2; ma per chiarirne l'assurda portata basterà fare un piccolo esempio.

Immaginiamo un momento che i pedoni, stanchi di essere arrotati per strada e persino sui passaggi a essi riservati, si costituiscano in comitato e contrattino col Sindaco delle squadre miste composte da civili, per controllare il traffico e la polizia municipale e sostituendosi eventualmente a essa.

L'esempio, ovviamente, è grezzo e insufficiente a dipingere completamente lo scenario ma dà già un'idea, perché i pedoni di fatto non hanno né mai avranno il potere di riscuotere balzelli e infliggere direttamente sanzioni; ma la Siae sì, anzi lo ha già adesso.

La "collaborazione" richiesta al potere esecutivo ricorda assai da vicino quei farisei che, non potendo condannare a morte il Cristo in periodo pasquale, pretesero lo facesse l'occupante romano al posto loro; e l'abusato richiamo alla tutela dell'ingegno e proprietà intellettuale ne è la controprova, casomai ce ne fosse bisogno.

D'accordo che ci sono enormi interessi economici in gioco, ma proprio per questo il Garante dovrebbe darsi una regolata. Siamo proprio alla frutta, quando il potere esecutivo si presta a porsi come longa manus di dubbi o poco confessabili interessi corporativi; verrebbe quasi da pensar male. A meno che, come diceva Andreotti...

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Commenti all'articolo (ultimi 5 di 11)

DRM, Siae & Authority Leggi tutto
14-5-2007 19:01

Io direi che si sbandiera la privacy quando sembra che venga violata. Se c'è l'intervento di un tribunale il discorso cambia, in particolare se dietro ci sono buone motivazioni. Leggi tutto
14-5-2007 13:11

DRM, Siae e authority Leggi tutto
14-5-2007 11:30

Per quanto riguarda la brutta storia degli avvocati e dei 3600 utenti italiani puoi seguire la discussione qui
14-5-2007 09:10

sono sempre brutte queste cose quando si leggono ... oggi leggevo un articolo su Computer Idea, un avvocato assunto da una casa discografica tedesca ha richiesto al tribunale di Roma e di conseguenza a Telecom gli identificativi di 3600 utenti italiani che condividevano materiale musicale degli artisti di questa etichetta.. e tra poco... Leggi tutto
12-5-2007 12:00

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